Si continua a sperperare soldi senza capire il perché. Impegnati 24.500 euro per farci difendere nella procedura fallimentare. Da cosa?  

Cronaca/di Redazione

Con la determinazione n.922 del 7 luglio 2018 della Direzione Affari Generali ed Avvocatura sono stati impegnati 24.500 euro per far fronte al pagamento dell’avv. Giuseppe Positano nominato dal comune di Galatina per assistere, rappresentare e difendere il Comune nel procedimento fallimentare  della Centro Salento Ambiente.

Un’altra delle tante perplessità che avrebbe bisogno di una altra risposta certa. Se questa assegnazione di incarico avesse  potuto avere un senso, seppur minimo, nel momento in cui è stata respinta dal Curatore Fallimentare la richiesta di ammissione al passivo fallimentare, proseguire in questo contenzioso ha davvero dell’assurdo.

A parte l’entità del compenso al professionista che ci spinge a chiedere se veramente non esistessero ulteriori margini di trattativa al ribasso, resta da spiegare dopo la sentenza del Tar di Lecce su quali presupposti si è basata la decisione di continuare a farsi del male.

L’unico dato su cui è fondata la scelta per farci assistere da un legale, per giunta esterno, è stato quello, dichiarato nella delibera di Giunta e supportato dalla Avvocatura comunale, che “da certificazione agli atti degli uffici comunale”  esistono crediti certi vantati nei confronti della CSA.

Di questi crediti certi il Curatore fallimentare si è fatto una risata ed ha respinto il tutto motivando che trattasi di crediti inesistenti, senza alcuna prova e senza alcuna sentenza giudiziale a supporto. Si badi bene che ai tempi in cui il Curatore si esprimeva in siffatto modo ancora non era intervenuta la sentenza del Tar sul contenzioso instaurato dalla CSA per presunti crediti per circa 2.680.000 euro.

Diciamo che fino a quel momento il ricorso alla tutela legale poteva, seppur con minimi margini di ragionevolezza, essere concepito ma una volta intervenuta la sentenza del TAR che fa proprio lo studio della Ria Grant Thornton sull’ intera situazione creditoria-debitoria tra il Comune di Galatina e la CSA e quantifica un credito a favore della CSA per circa 570.000 euro, condanna il Comune di Galatina al pagamento di detto importo, che senso ha continuare a svenarci con queste spese legali?

Se non lo ha già fatto, presto il Curatore ci chiederà di versare 570.000 euro e se fosse il caso ci ribadirà quanto già detto in precedenza aggiungendo che ora anche la giustizia amministrativa ci ha ribadito che siamo debitori e non creditori.

Ed allora cui prodest impegnare questi 24.500 euro per un’assistenza legale che ci vede perdenti in partenza con sentenza giudiziale? Qualcosa non quadra. Purtroppo non è stata neanche la sola a non quadrare in questo calderone di responsabilità in cui in tanti ci hanno sguazzato.

Da ciò il mio invito alle minoranze, visto che Amante non lo farà mai, a far convocare un Consiglio Comunale tematico. Basta la firma di 4 consiglieri. Vedremo se l’immobilismo e lo sperperio di soldi pubblici è soltanto colpa della maggioranza oppure se il silenzio e l’immobilismo significa e vuol continuare a significare tacita connivenza.