Cronaca/di Ass. Amici della Terra.

Il Piano Nazionale Energia e Clima affida un ruolo importante per gli obiettivi 2030 di decarbonizzazione dell’Italia alla tecnologia delle pompe di calore: passare dai 33 GWt attuali a 65 GWt.

Quasi un raddoppio della capacità installata, fino a rappresentare un quarto dell’incremento previsto per tutte le rinnovabili termiche, e in generale una capacità pari a quella del fotovoltaico, che sicuramente dovrà aumentare con l’aggiornamento necessario del Piano nazionale ai nuovi e più sfidanti obiettivi del Green Deal europeo.

Lo stesso incremento di produzione di rinnovabile elettrica previsto negli scenari al 2030 diventa un volano per la rinnovabile termica prodotta dalle pompe di calore, trasformando questa tecnologia in un moltiplicatore di energia rinnovabile che riduce fortemente le emissioni climalteranti e i particolati nocivi. Pertanto, grazie all’introduzione del superbonus al 110% è necessario già da oggi individuare più puntualmente quali sono le azioni politiche principali su cui porre l’attenzione per conseguire gli obiettivi della diffusione delle pompe di calore, vale a dire il superamento delle progressività delle tariffe elettriche, il monitoraggio dell’uso del superbonus per le pompe di calore e la sua coerenza con l’aggiornamento del PNIEC, la riforma dei certificati bianchi e la realizzazione di campagne di formazione rivolte a progettisti e imprese e di comunicazione e informazione rivolte agli utenti.

Questi in sintesi i temi trattati dalle relazioni introduttive di Tommaso Franci, Fernando Pettorossi e Ilaria Bertini che hanno aperto i lavori della seconda sessione della XII conferenza nazionale per l’efficienza energetica degli Amici della Terra, dedicata allo strumento lanciato dal governo nei mesi scorsi per promuovere l’efficienza energetica e prevenire il rischio sismico – “al fine di rendere le abitazioni più efficienti e sicure, ma anche con la volontà di creare un impatto positivo sul Sistema Paese in termini di aumento dei posti di lavoro, riduzione dell’evasione fiscale e rilancio dell’intero settore edilizio e relativo indotto” – come ha sottolineato l’intervento di Stefano Battista di Enel X.

“Il superbonus – per Rosa Filippini che ha condotto i lavori – può avviare una stagione di riqualificazione degli edifici che migliori in modo consistente l’efficienza energetica, la sicurezza e il comfort delle abitazioni, anche grazie alla diffusione della climatizzazione efficiente. L’esperienza della pandemia deve spingerci però a investire subito a tutela della salute pubblica per adeguare col ricambio dell’aria gli impianti di climatizzazione degli ambienti collettivi, utilizzando senza indugio i fondi europei dedicati alla sanità.”

In effetti, “recenti studi internazionali – ha chiarito l’intervento di Claudio Carano di Clivet – hanno evidenziato come negli spazi interni scarsamente ventilati gli aerosol dispersi nell’aria sono una possibile via di trasmissione di Sars-Cov-2. I sistemi di ventilazione meccanica controllata quindi possono aiutare a combattere la diffusione del virus tanto che in ottobre la Germania ha stanziato 500 milioni di euro per il miglioramento dei sistemi di ventilazione negli edifici pubblici e in particolare nelle scuole.” E anche se il 110% sta dando un impulso notevole all’efficientamento energetico con passaggio alla pompa di calore – ”sarebbe importante soprattutto da un punto di vista sanitario includere nel superbonus interventi per impianti di ventilazione o filtrazione che permettono un efficace rinnovo dell’aria, con effetti diluitivi degli inquinanti efficaci anche su muffe e batteri come abbiamo testato in laboratorio con risultati positivi anche su COVID19.” – ha aggiunto Luigi Zucchi di Aermec che propone anche una possibile obbligatorietà di questo tipo di impianti in edifici pubblici, come ad esempio le scuole.

Per i cittadini il bonus fiscale al 110%, con la possibilità dello sconto in fattura e della cessione del credito, rappresenta quindi – “la spinta decisiva che sposta per la prima volta il paradigma decisionale dal prezzo più basso o dalla comprovata necessità di sostituzione tecnologica/normativa verso un intervento tecnologicamente efficace ed efficiente, sia sul piano energetico che di difesa della salute. Per la prima volta abbiamo assemblee di condominio dove si delibera per l’intervento più sfidante in luogo dell’intervento meno costoso” – ha chiarito Stefano Barbera di A2A nel suo intervento. Dedicati ai vantaggi economici anche i casi presentati da Gaetano Parisi di Mitsubishi Electric, che ha illustrato le diverse soluzioni con cui le pompe di calore possono facilmente portare al doppio cambio di classe energetica per un edificio, e da Davide Raccagni di Olimpia Splendid, che ha illustrato i casi studio dell’azienda sottolineando l’importanza per i risultati energetici e ambientali di realizzare impianti tecnologicamente adatti al clima e al tipo di involucro dell’edificio.

Peraltro, la manovra del Superbonus al 110% è in linea con la Renovation Wave, la strategia promossa dalla Commissione Europea che mira, entro il 2030, a ridurre del 60% le emissioni dei gas serra degli edifici, ristrutturare 35 milioni di edifici e creare 160.000 posti di lavoro verdi nel settore edilizio.

Anche il vicepresidente di Assoclima Stefano Bellò, a cui sono state affidate le conclusioni della giornata, punta i temi della lotta all’inquinamento indoor e gli obiettivi energia e clima come i driver principali per lo sviluppo della tecnologia e il rinnovamento degli impianti, sottolineando però che il superbonus è una grande opportunità ma serve semplificazione normativa e rassicurazione a chi presenta progetti.