Rubrica/Opinioni/di Piero D’Errico

Per prima cosa, FORZA ITALIA, dovrebbe cominciare a fare un’ opera di pulizia senza precedenti al proprio interno e non nascondersi anche davanti a spiacevoli e chiare evidenze dietro la parola spesso abusata del “garantismo”.

Tenendo ben presente che in ogni partito sono in tanti a confondere il luogo della politica con il luogo degli affari.

Abbandonare l’idea di essere un “tradizionale” alleato della LEGA e conservare  una posizione di centro, moderata e soprattutto antifascista.

Trovare spazio appunto in uno “spazio antifascista”che oggi non comprende più la LEGA.

Nel frattempo una affermazione brillante della LEGA ed una affermazione opaca del MOVIMENTO, scriverebbe la parola fine all’esperienza giallo-verde aprendo scenari più “omogenei”.

Il PD, imparata la lezione e eliminata la pregiudiziale, si appresterebbe a governare col MOVIMENTO e con altre forze di chiara e collaudata espressione “antifascista”.

Eliminando ogni sponda ai movimenti che si rifanno a quella ideologia o che la rievocano, come ora non succede, anzi. 

Stessa identica cosa per quel “fecciume” che si annida nei centri sociali.

Il nuovo governo, dovrebbe tenere bene in conto, la richiesta di sicurezza dei cittadini scorporandola però dall’odio sociale , e anche razziale.

Guardare alla povertà, al lavoro, all’ambiente.

E’ paradossale, ma secondo la mia “analisi illogica”, la caduta dell’attuale governo passa attraverso la forte crescita della LEGA e un crollo anche contenuto del MOVIMENTO.

Si potrebbe arrivare a ipotizzare un “voto alla LEGA” per la sua ricaduta, per i suoi effetti a cascata.

Si potrebbe arrivare a dare un voto alla LEGA, ma solo per togliere non per dare, per una fine non per un inizio.

Si potrebbe dare il voto alla LEGA per le conseguenze derivanti da quella “scelta inversa”.

Probabilmente mi sono tuffato in una analisi sciocca, illogica, a tratti stupida, una analisi che presuppone avere davanti nel mentre la si traccia, oltre ai tradizionali  fogli di quaderno e una penna, anche una bottiglia di “SAMBUCA” sullo sfondo.

Ma come dice un vecchio proverbio cinese:

se non ci fossero gli stupidi, non esisterebbero i “saggi”.

Ed io in questa “analisi illogica”, mi sento “orgogliosamente stupido”.