Il Sedile

Apocalissi, la prima opera prodotta in proprio da “I Concerti del Chiostro”, ha riscosso notevole successo di pubblico.

Eventi/di Redazione

Galatina – Scriveva Hildegard von Bingen, una monaca reclusa poi diventata santa, nella sua opera  “Il cammino dell’anima” di essere “alla ricerca non so bene di che cosa. Spero solo di non trovarla. Perché, nel momento in cui la trovassi, forse, il cammino finirebbe e non ci sarebbe più impulso, né temperamento”.

Una massima che mi è riaffiorata nella mente ascoltando le parole del M° Luigi Fracasso il direttore artistico del Festival dei Concerti del Chiostro.

Introducendo il tema e l’idea da cui è nata l’opera che da lì a poco sarebbe stata rappresentata nella Basilica di S. Caterina d’Alessandria, secondo appuntamento dell’appendice dei Concerti del Chiostro, che insieme ad uno dei suoi amici collaboratori era alla ricerca di qualcosa di nuovo che facesse risaltare il nostro territorio e le sue bellezze e che le stesse fossero portate a conoscenza di quanta più gente possibile attraverso la realizzazione dell’idea al momento ancora allo stato embrionale.

“Abbiamo cominciato dalla Basilica di S. Caterina d’Alessandria – ha detto il M° Fracasso – di questa fantastica pinacoteca di incommensurabile valore artistico. Abbiamo scelto di raccontare una parte di questi affreschi con dei testi accompagnati dalla musica. La scelta è caduta sull’Apocalisse non intesa come fine ma come rinascita”. Giuseppe Semeraro ha scritto dei testi di grande intensità, Giuseppe Gigante si è occupato della musica …ed eccoci qua”.

Ecco, auguriamo al M° Fracasso ed ai suoi amici collaboratori, se i risultati della ricerca sono quelli a cui abbiamo assistito ieri a sera, che si tratti solo dell’inizio della ricerca e che ci sarà ancora qualcosa da cercare perché quel “nuovo qualcosa” non potrà essere altro che… “qualcos’altro di meraviglioso”.

Dello stesso parere il pubblico presente nella Basilica che dopo aver ascoltato e seguito per 50 minuti, inchiodati alla sedia ed in religioso silenzio, l’intera rappresentazione è esploso in un’ovazione finale che è durata ben oltre dieci minuti. L’ansia “positiva” a cui faceva riferimento il M° Fracasso nel momento di passare a confrontare la sua creatura artistica con il giudizio del pubblico si sarà sicuramente dissipato lasciando il posto ad una immensa soddisfazione e ad una “positiva” voglia di “continuare a cercare”.

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