Il Sedile

Applicare la legge ad un immigrato è razzismo?

Secondo i “buonisti” si, secondo gli “intransigenti” no. Sul banco degli imputati la Polizia municipale.

Cronaca/ di p.z.

Galatina – Il fatto in sintesi. La Polizia municipale nei giorni scorsi è intervenuta per vietare la vendita al pubblico di borse griffate taroccate da parte di un immigrato di colore che stava esercitando attività di commercio abusiva.

Apriti cielo. Da un lato improperi contro la Polizia municipale rea, secondo i “buonisti” di essere poco tollerante verso soggetti deboli che dovrebbero invece essere aiutati a percorrere un cammino di graduale inserimento nel nostro contesto sociale ed economico.

Dall’altra parte, il segretario della sezione di Galatina del Movimento Nazionale, Massimo Giannini, aprendo un post su un Social network ha dato il via ad un effluvio di commenti di opposto tenore. Il buon Massimo in sintesi si è schierato dalla parte della polizia municipale che altro non ha fatto che il proprio dovere applicando la legge a cui tutti dobbiamo essere sottoposti in egual misura e contro l’immigrato che invece l’ha violata.

Sono del parere che la legge debba essere sempre applicata in egual misura su tutto il territorio nazionale indipendente si tratti di cittadino italiano, europeo o immigrato con o senza diritto di cittadinanza.

Bene hanno fatto quindi gli agenti di Polizia municipale ad intervenire facendo il loro dovere che è poi quello di applicare la legge. La legge non va discrezionalmente interpretata va applicata e basta e questo hanno fatto i nostri vigili urbani.

E’ nell’uniformità di applicazione di una stessa legge che purtroppo si rilevano deboli le due tesi. Non si può e non ci si deve schierare pro o contro qualcuno soltanto per imporre la veridicità di ciò ciò che si afferma. Si finisce solo per fare politica e neanche della migliore.

Si può essere più o meno favorevoli ad una immigrazione fatta secondo metodi e criteri adottati dalle diverse componenti politiche ma ciò non deve portarci ad essere in ogni caso dalla parte del “dagli all’immigrato” o del “buonista a prescindere”.

Il problema avrebbe dovuto essere posto, secondo il mio modesto parere, in termini diversi. Bisognava chiedersi se la stessa legge è applicata in città in modo uniforme per tutti oppure ci stanno “figli e figliastri”. La risposta, purtroppo sarebbe stata “Figli e figliastri”e non staremo a chiederci il perchè anche se conosciamo benissimo le cause.

Da queste pagine abbiamo avuto spesso occasione e motivazione per evidenziare abusi e mancanza di controlli. Chi si alza prima ed alza più la voce a Galatina sembra comandi. Urla, improperi, minacce, qualche “cazzotto” volante sono fatti non rari e la cosa più disdicevole è  che a queste urla, improperi e minacce seguano poi i fatti in spregio alle regole a dimostrazione che “io faccio quel che voglio e di voi…”.

Queste non sono cose che hanno fatto o stanno facendo gli immigrati, le stanno facendo alcuni nostri concittadini. Ed allora mi chiedo: perché mai e come mai si è giunti a tal punto? La risposta in fondo non è difficile ma la lascio ad ognuno di voi.

So di operatori commerciali sanzionati per ben tre volte per infrazioni rilevate nello svolgimento della loro attività eppure sono ancora lì aperti che continuano a vendere. Avrebbe dovuto essere già emessa un’ordinanza di chiusura ma dell’ordinanza a tutt’oggi non s’è visto nulla. Sicuramente la faranno ma con calma signori magari quando il soggetto chiuderà in ferie per una quindicina di giorni ad estate finita.

So di operatori commerciali che per effettuare la vendita di prodotti cucinati dovrebbero avere il proprio locale dotato di doppio bagno. Il doppio bagno non c’è e neanche l’autorizzazione a vendere prodotti cotti eppure sono lì che vendono e senza neanche farne eccessivo mistero.

So di locali di esposizione o di asporto che son diventati luogo di consumo con annessi tavoli che vorrei tanto sapere se vi è stato un folle che abbia concesso l’autorizzazione oppure è tutto abusivamente e silenziosamente autorizzato.

Ormai per cecità o convenienza di scuderia ci siamo abituati a guardare il dito al posto della luna e pertanto  continueremo a chiederci se far rispettare la legge ad un immigrato sia razzismo o accanimento senza renderci conto che siamo immersi sino al collo di ben altri e più seri problemi di cui l’immigrato è solo un piccolo anello di una lunga catena. Basterebbe spezzare quella catena, ma sono in tantissimi a non volerlo, e non casualmente.

Continuiamo pure a guardare il dito…in fondo è proprio questo che vogliono.

 

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