Cronaca/di pietro zurico

Galatina – La Bit, per affaristi ed alcuni amministratori locali è, nei rispettivi campi di azione, un po’ come Sanremo. È una passerella a cui non si può e non si rinuncia a cuor leggero, costi quel che costi bisogna esserci pena la depressione esistenziale, l’anonimato, l’impossibilità di poter dire ai nipoti  ”io c’ero” e ultimo, non in ordine di importanza, la possibilità per pennivendoli e cortigiani di poter guadagnare un gruzzoletto a basso costo secondo tecniche, poco ortodosse, sperimentate in tanti anni di collaudata esperienza.

Siamo stati inondati in questi giorni, come ogni anno, di comunicati stampa, foto di rappresentanza ufficiali (single o di gruppo) con larghi sorrisi di rappresentanza, ma anche di foto ufficiose con volti conosciuti per i quali l’unica domanda spontanea da farsi era cosa ci stessero a fare in quel contesto non essendo né amministratori né operatori turistici.

Assai poco, però, ci è stato detto delle risultanze, in termini di resa, che hanno avuto quei 2.500 euro versati o da versare agli “ideatori” del progetto. Sarà minimo da 15 anni che il Comune di Galatina partecipa alla BIT, il risultato ottenuto è stato sempre il solito: un turismo mordi e fuggi che giunge in città, visita S. Caterina , mangia al massimo un pasticciotto e via verso altre sedi dove pernotterà, pranzerà e cenerà. Ma questo è un discorso da altre occasioni.

Qui ci preme far chiarezza su questo benedetto progetto di cui non riusciamo a capire di chi sia la paternità. Di certo non è un orfanello, anzi ha un padre ed una madre che lo riconoscono e disconoscono a seconda delle circostanze e addirittura chiedono contributi pubblici per il suo sostentamento.

Abbiamo appreso dalla delibera di adesione al progetto da parte del Comune di Galatina (la n. 57 del 07/02/2023) che il Comune di Galatina non è il solo ad aver aderito al progetto ma che, come specificato successivamente in conferenza stampa, sono stati cinque i comuni aderenti: Galatina, Cavallino, Salve, Soleto e Oria. Questi comuni, curiosità spicciola, hanno un fattore comune: la vicinanza del maggior esponente politico ad un noto personaggio di rilevanza politica regionale.

Fi qua nulla di particolare e nessun peccato neanche veniale. I peccatucci emergono successivamente quanto meno in termini di trasparenza dell’operazione e di correttezza politica visto che per quanto riguarda altri aspetti non è certamente il giornalista a doversene far carico.

Presa visione della Delibera del Comune di Galatina, da cui si ricava il nome della ditta proponente e la sede sociale della stessa, a conoscenza anche di alcuni particolari non insignificanti, ho fatto una visitina sul sito online del comune di Cavallino dove ho trovato e preso visione anche della Delibera (la n. 14 del 27/01/2023) di adesione di questo Comune al progetto . Il raffronto tra le due Delibere è stato…diciamo sorprendete? Ok, diciamo sorprendente.

Cominciamo dalla Delibera di Giunta del Comune di Galatina. In essa si legge che “con nota del 16/01/2023 assunta al protocollo generale dell’Ente n. 0002589/2023, la ditta Mancarella Editore con sede legale in Cavallino Lecce, in persona della giornalista professionista dr.ssa Carmina Mancarella, ha proposto a questo Ente di partecipare alla conferenza stampa che sarà dalla stessa organizzata nell’ambito della BIT, finalizzata a presentare il meglio dell’offerta turistica della Puglia e del Salento”.

Dunque la Mancarella Editore ha sede a Cavallino e se, come vien scritto nella delibera del Comune di Galatina è la “madre” del progetto dovrebbe essere lei stessa ad averlo presentato anche nel “suo” Comune, ma se lo avesse fatto la cosa sarebbe stata alquanto grave. Invece no, non lo ha fatto perché si legge nella delibera di adesione al progetto del comune di Cavallino che “con nota acquisita al protocollo dell’Ente con n.1660 in data 16-1-2023 con cui l’Agenzia di Marketing & Comunicazione Mood di Anselmi Anselmo, con sede in Galatina, ha presentato una speciale offerta per la partecipazione del Comune di Cavallino all’edizione 2023 della BIT di Milano; accludendo l’illustrazione di un programma del servizio che si intende offrire per migliore partecipazione dell’Ente all’evento (…)”.

Il progetto è sempre quello, lo stesso per tutti i 5 Comuni definiti in delibera  “comuni aderenti” e presenti con proprie rappresentanze istituzionali nella conferenza stampa a palazzo Adorno in Lecce. Perché mai allora tra  Cavallino e Galatina cambia la paternità (o maternità se volete) del progetto?

Per completezza di informazione devo aggiungere un particolare forse significativo o forse insignificante, fate un po’ voi. La ditta Mancarella Editore fa capo alla dott.ssa Carmina Mancarella che in Cavallino non ha soltanto la sede legale della sua Agenzia ma ha anche la sua famiglia essendo coniugata con un consigliere comunale di maggioranza in detto Comune. A Galatina vale lo stesso discorso quasi analogo, se non peggio, in quanto la Mood di Anselmo Anselmi in Galatina ha la sua sede sociale e la sorella è Vicesindaco ed assessore al Turismo della città.

Sarà questo il motivo per cui a Galatina è la Mancarella Editore di Carmina Mancarella a risultare “genitore” e presentatrice del progetto (con il Vicesindaco ad illustrarne in Giunta la bontà) mentre a Cavallino è la Mood di Anselmo Anselmi? Un escamotage studiato a tavolino dai due operatori economici per bypassare il conflitto di interessi o quanto meno la correttezza e la trasparenza politica? I fatti sono questi e li ho esposti tutti, lascio a voi lettori le conclusioni ad altri, se lo vorranno, la scelta di strade alternative.