Lettere/di Amedeo Venturiero.

Caro Direttore,

siamo giunti alla terza parte che completa per il momento il mio percorso, atto a far chiarezza e a far comprendere a tutti che il contenuto dell’ordinanza del Sindaco in merito all’obbligo di utilizzo di sacchi trasparenti o semi trasparenti per poter conferire l’indifferenziato è solo uno “spauracchio”.
Aggiungo qualche domanda, senza mai risposta:

Quale azienda è stata autorizzata a posizionare le foto trappole?

Chi le visionerà e conserverà il contenuto?

Chi pagherà il tutto? (scusate mi dimentico sempre, pagheremo noi cittadini)

Il tutto per poi recapitare un verbale che sanno già d’essere nullo.

Continuo a non comprendere come il Sindaco e i suoi della maggioranza pur consapevoli che tutto ciò che stanno mettendo in atto sia inapplicabile, continuino imperterriti il loro assurdo cammino, nato da una ordinanza che, in una parte è giusta BISOGNA DIFFERENZIARE BENE E NON INSUDICIARE IL PAESE, ma sbagliata nella parte in cui si vuol obbligare il Cittadino al solo uso del sacco trasparente o semi trasparente. Per dare forza all’ordinanza egli si appropria dell’Articolo 50, del D.Lgs N° 267/2000 composto da 12 punti, l’unico che potrebbe essere usato è il punto numero 5 ma, non vedo a Galatina una emergenza di igiene così grave da poter utilizzare questo decreto legge.

Il Sindaco, lunedì 11 marzo, ha incontrato una delegazione di commercianti giustamente, molto infastiditi dalla “nuova” ordinanza. Egli li ha rassicurati sostenendo che nei prossimi mesi ci potrà, forse, essere una forte diminuzione in termini economici delle bollette. Nel momento in cui qualcuno gli ha fatto notare il Problema Privacy della sua ordinanza ha spiegato che in fin dei conti la sua era quasi un “copia incolla” di una vecchissima ordinanza solo con l’aggiunta del colore dei sacchetti.
Inoltre, ha ribadito che il comune è disposto a trattare con ogni imprenditore singolarmente, perchè così è più facile accogliere le sue istanze e risolverle.

Se veramente dovesse trovare una soluzione al disagio derivante dalla ordinanza ai nostri Imprenditori già tanto vessati e tartassati da tasse e burocrazie varie, io potrei solo essere felice e soddisfatto. Bisogna però che il Sindaco sappia che lo stesso trattamento dovrebbe destinarlo anche a tutte le utenze private e ad ogni singola Famiglia, con a seguito tutti i problemi che si possono immaginare.

Magari per il futuro prima di ordinare si dovrebbe fermare e pensare.

Volendo potrebbe ritirare l’ordinanza e riformularla, scrivendola e non copiandola, come egli stesso afferma di aver fatto e togliendo l’obbligo del sacchetto semi o trasparente.

La cosa certa è che non si può obbligare il cittadino all’uso di sacchetti semi o trasparenti.
il Sindaco nell’ordinanza fa anche riferimento alle direttive europee che, se andate a leggere, riguardano solo la grammatura della busta ed altri dettagli tecnici; l’unica imposizione dell’Europa è che i sacchi siano compostabili o biodegradabili e non trasparenti o semi trasparenti.

Tutte, o quasi, le ordinanze che riguardano i rifiuti sono molto spesso a servizio del gestore dei rifiuti urbani. A spiegarlo servirebbe troppo tempo ma in due parole potete capire che il “sistema” rifiuti è come il Protocollo di Kyoto magari per i più non vuol dire nulla, magari anche per qualche amministratore ma, se lo si legge all’interno vi è il segreto del mondo e quindi anche il nostro.
Magari vedremo di organizzare qualche incontro per parlarne forse meglio senza chi ci amministra.
Non vorrei farli innervosire ulteriormente (ricordarsi d’essere pagati dal Cittadino non guasterebbe).

Il Sindaco emana l’ordinanza il 22-02-2019 la N°14/2019 (per correttezza la scrive il 21-02-2019) da quel giorno l’ordinanza inizia il suo iter, per avere il diritto di legittimità. Oltre all’obbligo di renderla pubblica, al suo interno deve contenere tra l’altro, per poter essere impugnata, la dicitura che “entro 60 giorni si può fare ricorso al TAR (Tribunale Amministrativo) di Lecce ed entro 120 giorni al Presidente della Repubblica”.

È vero che questa dicitura il Sindaco è obbligato a scriverla ma, viene anche usata come deterrente perché sa benissimo che per fare ricorso al TAR di soldi da spendere ne servono molti e magari il singolo Cittadino non ha la forza di farlo, tanto più il ricorso al Presidente della Repubblica e di conseguenza, pensa di aver risolto così.
Invece no.

Arriviamo al dunque ed è veramente il DUNQUE:

Il Sindaco dimentica che per la violazione della Privacy, specialmente quando il Garante si è già espresso, non serve né il TAR e neanche, con tutto il rispetto, il Presidente della Repubblica ma, basta fare il ricorso al Garante della privacy che può essere fatto in tre modi (Ricorso-Reclamo- Segnalazione) che ora vi vado ad illustrare:

1)Fare il Ricorso ha un costo di euro 150,00 per diritti di segreteria.

Uno pensa: “si deve comunque pagare”, questo è vero ma è un ventesimo rispetto al ricorso al TAR.

2) Fare il Reclamo in termini economici è uguale al Ricorso.

3) Si può fare la SEGNALAZIONE che non costa nulla ma ha lo stesso valore del Ricorso o del Reclamo. Questo procedimento può essere adottato sol perché il Garante si è già espresso sulla materia in oggetto. Eccolo in sintesi:

Il reclamo differisce dalla segnalazione perché consente al Garante una disamina più dettagliata della violazione commessa. Ed infatti, quando non si hanno notizie sufficienti da trasmettere al Garante al fine dell’accertamento della violazione, è possibile inoltrare una semplice segnalazione fornendo all’autorità solamente gli elementi di cui si è in possesso. In altre parole, la segnalazione è una specie di esposto o di avvertimento con il quale si avverte il Garante circa possibili violazioni. La segnalazione è gratuita e può essere proposta in carta libera, senza formalità.

Reclamo e segnalazione rientrano tra gli strumenti di cosiddetta tutela amministrativa.

Il tutto può essere inoltrato con raccomandata oppure senza alcun costo tramite Posta Certificata PEC.

  1. a) raccomandata A/R indirizzata a: Garante per la protezione dei dati personali, Piazza Venezia, 11 – 00187 Roma
  2. b) messaggio di posta elettronica certificata indirizzata a: protocollo@pec.gpdp.it

Inoltre ricordo a tutti che ci si può rivolgere ad una Associazione di tutela del Cittadino.
Noi per fortuna a Galatina abbiamo l’Adusbef in Corso Porta Luce,20 il cui Presidente Nazionale è un nostro Illustre Concittadino del quale veramente andar fieri: l’Avvocato Antonio Tanza (chiarisco di non conoscerlo personalmente).

Concludo con una personalissima considerazione prendendo spunto da quel che ha scritto l’Avvocato Alberto Russi (da me contattato per essere autorizzato a menzionarlo), con riferimento a Nardò ed al Sindaco Mellone, che pur non conoscendolo personalmente lo ha elogiato perché col suo fare, con la sua intelligenza sta cambiando completamente il volto della sua Nardò non utilizzando la bacchetta magica ma il cervello, creando un gruppo di lavoro extra comunale in grado di intercettare finanziamenti da ogni ente (Regione, Europa, ecc).

Personalmente condivido in toto il pensiero dell’Avvocato Russi, anzi dell’Amico Alberto e con un pizzico di invidia, chiedo: “Sindaco Mellone come mai non elargisce qualche consiglio al nostro Sindaco pur essendo suo amico? Egli, a sua differenza, non si impegna come Lei per cambiare il volto della nostra Città o quantomeno non riesce ad ottenere i suoi risultati”.

Strade, aiuole, parchi pubblici, sicurezza del Cittadino sono lo specchio dei suoi insuccessi. L’elenco potrebbe continuare e sarebbe pure lungo ma preferisco fermarmi per non deprimermi.