Da G. Vallone a G. De Pascalis: fatale il ballottaggio.

marcello_amante_galatina-3454Cronaca/ di p.z.

Galatina – Il grande filosofo napoletano, Giambattista Vico era convinto che la storia fosse caratterizzata dal continuo e incessante ripetersi di tre cicli distinti: l’età primitiva e divina, l’età poetica ed eroica, l’età civile e veramente umana. Il continuo ripetersi di questi cicli non avveniva per caso ma era predeterminato e regolamentato dalla Provvidenza.

Ora difficile stabilire quale dei tre cicli si sia realizzato per Galatina il 25 giugno, difficile è capire se in tutto ciò vi sia stata la mano della Provvidenza. Sarà la storia a darci la risposta.

Di certo si è quasi ripetuta una storia di circa venti anni fa. Al ballottaggio giunsero due candidati sindaci: G. Vallone e G. Garrisi. La coalizione di Vallone, con il suo 51% aveva stravinto il primo turno. Il candidato sindaco si era però fermato al 49 %. Un abisso divideva, in ogni caso, i due candidati.

Garrisi, contro ogni previsione, recuperò alla grande e sbaragliò con ben 700 voti in più il suo antagonista.

Capito perché abbiamo scomodato G. Vico? Perchè la storia si è quasi ripetuta.

Oggi i fatti ci hanno detto che Marcello Amante, sarà il prossimo sindaco di Galatina. Con lui si aprirà la 25^ Legislatura galatinese dell’era repubblicana. Con la sua guida e con l’entusiasmo della sua squadra ha sovvertito ogni pronostico della vigilia ed ha capovolto a suo favore un risultato che i Book locali assegnavano, per una scommessa a favore di De Pascalis, una quota alla pari.

Era stata veramente enorme la forbice che aveva separato i due contendenti nel primo turno. Un distacco di circa 16 punti aveva indicato in De Pascalis una scelta quasi irrevocabile da parte dell’elettorato in favore di De Pascalis. Purtuttavia non erano mancati alcuni segnali che avrebbero dovuto suonare come precisi campanelli d’allarme.

L’elettorato aveva dato una precisa indicazione che avevamo evidenziato nel commento al risultato del primo turno. Avevamo scritto che De Pascalis e Carrozzini erano stati gli unici due candidati sindaco che avevano preso meno voti rispetto alla loro coalizione. L’elettorato aveva fatto capire abbastanza chiaramente, con quei circa 400 voti di differenza in meno della coalizione, che le segreterie delle stesse avevano commesso qualche errore nella scelta del cavallo a cui affidare la guida della propria corsa verso Palazzo Orsini. Loro hanno fatto il resto.

E’ stato, sicuramente, il non aver interpretato bene questi segnali da una parte ed averli capiti, invece, molto bene dall’altra che ha permesso ad Amante di riuscire nel sorpasso.

Non sono stati, comunque, solo quelli i segnali che Amante ha capito con chiarezza ed ha utilizzato (qualcuno dice strumentalmente) al massimo a suo favore. L’elettorato aveva lanciato anche un altro chiaro segnale. Quello di avere le tasche piene di certa gerontocrazia politica cittadina. I vari Forte, Antonica (nonostante il successo personale) e D. Sindaco (già fuori da tutti i giochi) da un lato e dall’altro i vari Pepe, Villani, Coluccia, Sabato, avevano una sola possibilità per poter accedere a Palazzo Orsini: tutti uniti per far vincere il ballottaggio a De Pascalis.

Nonostante ciò, Amante li ha sbaragliati. E’ stato sufficiente interpretare bene il significato del segnale degli elettori e li ha accontentati. A tambur battente ha martellato nelle piazze, nelle strade e nelle case gli elettori con i temi della gioventù, dell’entusiasmo giovanile, delle facce nuove e delle mani libere da pastoie del passato.

Sui problemi veri, quelli seri ha spesso svicolato. Quando ne ha parlato lo ha fatto sempre alla larga e per dire “io lo avevo detto, io avevo fatto l’interrogazione, io ho votato contro”. Forse in condizioni normali tutto ciò sarebbe stato molto poco per vincere, in queste condizioni è stato più che sufficiente.