Cronaca/Politica/di Giampiero De Pascalis candidato consigliere regionale con Raffaele Fitto

Il tentativo di marginalizzare il Salento ha radici ben radicate e ne abbiamo una prova concreta con il decreto legge Semplificazione.

Su 130 opere strategiche che il presidente del Consiglio Giuseppe Conte ha annunciato essere il trampolino di lancio per il Paese, non c’è la strada statale 275 Maglie-Santa Maria Leuca.

Per la Puglia sono previsti interventi sulla tratta ferroviaria della Napoli-Bari, il potenziamento tecnologico e interventi infrastrutturali sulla linea Taranto-Metaponto-Potenza-Salerno e il raddoppio della Pescara-Bari.

Che le linee ferroviarie siano da ammodernare, è fuori di dubbio ma il Sud ha bisogno di un notevole investimento sulle infrastrutture per metterlo nella condizione di poter reggere la sfida del mercato globale. Vuol dire alta velocità (se parliamo di ferrovia), vuol dire un’autostrada che non dovrebbe fermarsi a Bari, vuol dire una rete viaria statale su cui viaggiare in sicurezza potendo raggiungere anche il tacco d’Italia.

Nulla di quel che serve è stato pensato e in più ci beffano stralciando la strada statale 275 dall’elenco delle opere strategiche per il Paese. Amara realtà che pesa tanto di più pensando come l’opera sia stata pensata per la messa in sicurezza del traffico veicolare e, quindi, per evitare la lunga scia di sangue che segna quel tratto stradale.

Tutto il gran parlare attorno a quest’opera, in fieri da decenni, si è rivelato uno spreco di denaro e tempo. Se qualcuno ha nutrito qualche speranza è bene guardare in faccia la realtà: quella strada non vogliono realizzarla.  

Da imprenditore e da libero cittadino ho assistito a seminari in cui le passerelle di politici regionali e nazionali definivano la SS 275 opera strategica per il rilancio del Salento, ma il Governo non ritiene sia un’opera fondamentale per il rilancio del Paese e la Regione è inerte.

Siamo stanchi di essere considerati solo al momento del voto. Siamo lavoratori, siamo il fulcro dello sviluppo territoriale, lo dico anche da imprenditore. Pensare ad uno sviluppo senza il Sud è come guidare un treno senza locomotiva. La logica di un’Italia a doppio binario e a due velocità, trattata come se fosse composta da due territori separati: Nord e Sud, è miope.

Le criticità sono tante, ma fa male constatare che le migliori energie non sempre sono impiegate per uno sviluppo sano e competitivo dei territori. Ogni giorno la burocrazia rallenta gli investimenti e a nulla vale quanto previsto dal decreto Semplificazione se poi interviene la Soprintendenza ha bloccare tutto, in modo non sempre comprensibile e razionale.  

Era il lontano 2001 quando la SS 275 venne inserita nella Legge Obiettivo, in quanto ritenuta opera strategica e finanziata dalla Regione Puglia per la somma di euro 152,4 milioni, Regione governata all’epoca dei fatti da Raffaele Fitto, era il lontano 2003.  Successivamente, fu il Cipe, con delibera numero 76 del 2009, ad approvare il progetto definitivo ed ad assegnare un ulteriore finanziamento ad Anas che, vede oggi, 288 milioni messi in un cassetto. È una vergogna per l’intero sistema Italia quello che accade oggi nel Salento e va denunciato pubblicamente. Oggi il Sud chiede una politica del fare, una politica chiara, una politica di rilancio che metta i cittadini al centro dello sviluppo del proprio territorio. Questa odissea ha terminato il suo viaggio in un mare di parole, è giunto il momento di prendere in mano le redini di questa Regione e di portarla sull’onda dello sviluppo.