Cronaca/di Confartigianato Imprese Lecce.

Le associazioni di Lecce Api, Casartigiani, Cia, Claai, Cna, Coldiretti, Confagricoltura, Confartigianato, Confcommercio, Confesercenti, Confimprese SalentoConfindustria, Fai, Federaziende, Laica, Pmi Italia, intervengono in merito alle preoccupazioni espresse dal Comitato Provinciale Inps di Lecce, sul nuovo riassetto organizzativo della sede Inps di Casarano:

«Condividiamo le preoccupazioni espresse dal presidente del Comitato Provinciale Inps di Lecce Salvatore Labriola per le sorti degli uffici della sede di Casarano, coinvolta in una procedura di razionalizzazione delle spese da parte dell’ufficio centrale che potrebbe portare anche alla chiusura della stessa. Il depotenziamento degli uffici sarebbe una beffa per la città e un danno per tutto l’hinterland coinvolto.

La sede Inps di Casarano risulta quanto mai strategica per il territorio salentino. E non siamo noi a dirlo ma i numeri. Ricordiamo che si tratta di una zona che raccoglie un bacino di popolazione di circa 300mila abitanti suddivisi in 35 comuni. È evidente che il depotenziamento della sede comporterà lo spostamento di tutti gli appuntamenti e visite sanitarie previdenziali presso la sede di Lecce che da sola non può rispondere alle esigenze di tutta la provincia.

Questa decisione causerà non solo un aggravio di lavoro per i dipendenti del capoluogo ma soprattutto numerosi disagi per tutti i cittadini, in primis anziani e persone disabili, costretti a spostarsi per raggiugere il capoluogo con tutte le difficoltà che questo determina, soprattutto in un territorio dove il sistema di trasporto pubblico locale non brilla per efficienza. Enti e Istituzioni devono intervenire urgentemente per scongiurare quella che sarebbe un grave danno per il territorio.

Per questo appoggiamo la richiesta da parte del Comitato di conoscere i criteri di riclassificazione o declassamento dell’Agenzia Complessa di Casarano che, per posizione territoriale e bacino di utenza, meriterebbe un maggiore radicamento sul territorio e il riposizionamento a filiale invece di essere depotenziata e impoverita. Bisogno evitare che il rischio chiusura si concretizzi. Il territorio non merita di essere penalizzato in questo modo».