Si conoscono tutti e sembra conoscano anche me

Rubriche/PensieriParole/di Piero D’Errico

Oggi è festa, è l’ultimo giorno del “Program” di tre giorni.
Una grande festa in una Chiesa africana.
Hanno da mesi cominciato a cucire i loro abiti tradizionali e con quegli abiti addosso, si recano alla fermata del pullman o alla fermata del pulmino della Chiesa o sulle loro bici incolonnate in quella strada lunga e stretta.
Difficile non notarli, si vedono ovunque quasi tutti alla stessa ora, tutti vogliono essere puntuali, nessuno vuole arrivare tardi all’appuntamento con Dio.
Le ragazze infilate nelle loro parrucche e con sul viso un po’ di rimmel, un po’ di rossetto e ciglia finte, quel tanto che basta a far perdere la naturale bellezza.
Arrivo che è ancora presto e tutti sono fuori a farsi foto in ogni posto e in ogni posa. Si conoscono tutti e sembra come se conoscano anche me.
Mi tornano in mente le feste di paese, le feste di matrimonio, ma loro festeggiano Dio e lo festeggiano nella loro Chiesa. E’ per Lui che si son fatti belli.
Ci sono proprio tutti, i “coristi”, anche una un po’ stonata che conosco, c’è il ragazzo che suona la batteria, quello che suona il sax, quello che suona il pianoforte.
E poi c’è il “pastor” nel suo abito tradizionale, casacca e pantaloni di chiaro disegno e stoffa africana.
Per l’occasione sono state rifatte le tende che tappezzano la stanza e le sedie rosse sono tutte allineate.
Quando comincia Messa, è tutto musica e balli che si mescolano in maniera perfetta con gli abiti ricamati e colorati. Ed è tutto un interloquire con il “pastor”.
Sono lì a pregare da un’ora, stanno in piedi, si muovono avanti e indietro pregando ad alta voce e accompagnando ogni parola con un gesto.
Al momento dell’offerta, daranno più di quanto nelle loro possibilità, convinti di affidare l’offerta in buone mani, nelle mani di Dio.
Con i loro risparmi hanno regalato alla Chiesa anche un nuovo “leggio”, ci voleva.
Sono passate ore e ancora sono là a pregare, cantare e ballare, sembrano felici, non hanno permesso, non hanno documento, non hanno una famiglia, ma oggi tutto questo non ha nessuna importanza. Oggi è festa.
Domani qualcuno tornerà per “strada” altri riprenderanno a vendere accendini e altri a vendere Adidas e Gucci falsi, altri davanti a negozi e supermarket ci diranno “buongiorno”.
Di sicuro non avranno dimenticato questa giornata, non ne vivranno di uguali almeno per un po’.
Torneranno nei loro pensieri e nei loro dispiaceri ma ho visto un popolo forte e unito, alla fine sono sicuro ce la faranno, o almeno spero.
La Messa finalmente è finita, c’è da mangiare, da mangiare quello che per tutta la notte hanno preparato alcuni di loro, mangiare rigorosamente africano.
Si son divertiti tutti, si son divertiti un sacco. Pure io che di solito mi annoio.
E’ stata una bella festa in una “grande Chiesa”.
E’ finito tutto, ma nessuno ha ancora voglia di andare via.
Si raccontano e si abbracciano.
Io però saluto: è stata veramente una magnifica esperienza, è stato tutto bello e divertente. Grazie mille, ho passato con voi una bella giornata.
Accompagnai qualcuno in stazione, poi a casa di corsa a sviluppare una bellissima “fotografia” da custodire in qualche angolo del cuore.