Cronaca/Politica/di Antonio Gabellone consigliere regionale FDI.

“I 300 milioni di euro che il Governo ha stanziato nel marzo del 2020 per il contrasto alla Xylella praticamente non vengo spesi soprattutto per l’inerzia del Ministero all’Agricoltura, che da febbraio scorso non convoca il Comitato Tecnico Scientifico, chiamato a decidere sui progetti presentati dalla Regione Puglia.

E’ questo il messaggio chiaro che, oggi, l’assessore all’Agricoltura, Pentassuglia, e il direttore del Dipartimento, il direttore Nardone, hanno dato in Commissione regionale in un’audizione che abbiamo fortemente voluto per fare non solo il punto sull’avanzata del batterio, ma aprire un dibattito sulla rigenerazione e sul futuro di un territorio che non è possibile relegare solo a un mero fatto agricolo. Il Salento, come ha ben detto Nardone, è devastato come se ci fosse stato un terremoto, ma rimaniamo convinti che chi è deputato a intervenire non agisca come si dovrebbe agire in un dopo-terremoto. Per intenderci, le ‘macerie’ non sono state ancora neppure rimosse, figuriamoci la ricostruzione…

“La sensazione, infatti, è che, nonostante il lavoro imponente svolto dall’assessore Pentassuglia pure in difficoltà di organico, si continua a muoversi in modo parziale (misure spot: espianti, rimpianti, sostegni…) ma non in maniera complessiva, non all’interno di un Piano Strategico che guardi al paesaggio, all’ambiente, al turismo, allo sviluppo economico.

Oggi, infatti, è apparso chiaro che le risorse ancora non stanziate relative al decreto interministeriale (300 milioni per varie misure) potrebbero anche arrivare, ma non poter essere utilizzate per ragioni di vincoli paesaggistici. Per essere chiari: un dato su tutti, ribadito più volte oggi, il 40% del territorio Salentino interessato da xylella è sottoposto a vincolo paesaggistico (nel caso di rimpianto con altri alberi, in modo particolare, o nella realizzazione di impianti irrigui). Insomma, in un futuro non lontano ci si potrebbe trovare di fronte a una paralisi delle azioni da mettere in campo, mentre i soldi giacciono in un cassetto. E allora perché non ci si attiva fin d’ora istituendo una task force che studi come sbloccare questi vincoli paesaggistici nelle zone infette.

“Per questo, ribadiamo, serve una visione strategica che individui gli obiettivi, ma che siano, poi, davvero realizzati in toto e non parzialmente con altri progetti sponda, solo per non perdere altri importanti finanziamenti. Per questo ringraziamo ancora l’assessore Pentassuglia per la disponibilità già data per la prossima settimana per continuare con la sua audizione, ma anche di tutti quei soggetti (professionisti economici, bancari, agricoli), oggi non ascoltati, che possono contribuire a dare idee e progetti perché davvero si inizi a togliere le ‘macerie’ post terremoto.”.