Sport/Volley/di Zaira Gemma Responsabile settore giovanile Olimpia Sbv Galatina

Il buco nero di due anni di atrofizzazione del movimento sportivo, legato all’epidemia del coronavirus-19, non è stato un denominatore comune per tutte le discipline. Infatti all’allentamento delle misure restrittive, gli sport praticati all’interno di impianti e palestre hanno subito un’ulteriore restrizione legata all’assembramento ricettivo e alla capacità del virus di moltiplicarsi in ambienti al chiuso.

Il quadro che ne è venuto fuori è a fosche tinte, supportato da una rappresentazione realistica sconfortante.

L’impossibilità di praticare le attività di formazione fisica di base e l’abbandono della partecipazione alle discipline di gruppo, hanno inaridito i settori giovanili privando della linfa vitale l’intero sistema di reclutamento e selezione.

Saranno stati gli oggettivi timori di contrarre la malattia, o l’indotta indolenza dei più giovani che hanno optato per una palestra virtuale optando per lezioni a distanza, sta di fatto che l’arruolamento di nuove leve è rimasto all’anno zero.

Questo vuoto forzato nelle ultime due stagioni pallavolistiche non ha scatenato, alla ripresa delle attività, una spinta reattivamente contraria. Chi si aspettava un senso di rivalsa da parte dei giovani nell’appropriarsi della socialità, delle proprie passioni sportive, e Galatina è un nucleo pallavolisticamente effervescente, è rimasto deluso.

Il volley è quasi in ginocchio dovendo fare i conti con abbandoni immotivati, virate di numeri importanti su altre discipline, soprattutto scarsità di adesioni alla ripartenza che stanno minando il settore portante dell’intero movimento: quello del minivolley.

Ed è ovvio che la qualità emerge dai grandi numeri. Questi non ci sono più da prima del lockdown, azzerati completamente da un confinamento che graverà esponenzialmente almeno per un altro triennio sull’intera struttura giovanile.

Le misure di sostegno economico messe in atto dalla Federazione e i progetti di reclutamento in ambito scolastico voluti da MIUR e FIPAV, rappresentano un avvio di ripresa che non potrà surrogare il vuoto creatosi.

Allora il buon senso suggerisce ai poteri forti sportivi di completare questo supporto derogando da regolamenti al momento quasi capestri. Il riferimento è all’obbligatorietà che ogni società deve assolvere partecipando ad un numero di campionati giovanili rapportati al campionato di serie a cui partecipa.

Nel caso specifico Olimpia Sbv Galatina, militante in serie A3, è obbligata a partecipare ad un campionato di serie C, con elementi under 21, e a ben quattro campionati di categoria (under 19-17-15-13) i cui organici sono rimasti mutilati o per niente attivati nel periodo pandemico.

Un provvedimento di revisione di tale norma che consentisse una riduzione partecipativa, almeno al cinquanta per cento, ai campionati giovanili gioverebbe alle casse societarie che eviterebbero così sanzioni pecuniarie salatissime.

D’altro canto il mancato reclutamento è figlio di un evento tragico come il coronavirus che non trova sponde di responsabilità nell’organizzazione o nella pochezza dirigenziale delle società.

L’auspicio di tutto il movimento è una moratoria dei succitati obblighi.