La DE.CO salverà l’economia cittadina.

Cronaca/di p.z.

Che il virus debba essere maledetto, anzi stramaledetto, tutti d’accordo, anzi più che d’accordo. Elencare i mille ed un motivo per cui debba essere stramaledetto sarebbe anacronistico.

Come in tutte le cose, si tende spesso, però, ad ingigantire colpe altrui per tentare di confondere anche le proprie.

E’ quello che è successo nell’odierno Consiglio Comunale in modo particolare durante la discussione per l’approvazione del documento unico di programmazione (DUP) 2021-2023.

A mettere fuoco alla miccia delle polveri è stata la consigliera Carrozzini.

Il DUP così com’è – ha detto – è un documento “senza tempo”, può sicuramente essere contestualizzato nel 2000, nel 2010 o nel 2015,  ma non può essere targato 2020“.

L’immagine chiara che trapela dal DUP, nella sua parte descrittiva – ha continuato Carrozzini- è quella di  una Amministrazione che è intervenuta ed intende continuare ad intervenire su settori della vita pubblica slegati l’uno dall’altro“.

Ha voluto significare che si tratta di un DUP che opera a settori stagni, come se ad esempio la vita e l’economia di una città non fossero interconnessi, come se una strada dovesse servire solo per la viabilità e non anche collegata con un piano di sviluppo economico.

Sotto accusa i “troppi elenchi di progetti che troveranno attuazione chissà in quale anno” ma che per il momento servono soltanto ad “affannare la vista e la mente“.

Opinione condivisa anche dal consigliere Pulli che ai dati preoccupanti per il futuro della città ha aggiunto il decremento demografico dovuto alle morti che hanno ormai ampiamente superato, da anni, di gran lunga le nascite e dalla scarsa attrazione della città per viverci.

Ai due consiglieri ha risposto il sindaco Amante il quale ha respinto le accuse evidenziando le numerose iniziative che hanno permesso di riuscire ad incrementare, rispetto al passato, del 30% il flusso turistico in città.

Sul piano opere da realizzare non trattasi, a dire del Sindaco, di un libro dei sogni ma di certezze perché presto il Cavallino Bianco sarà funzionale, così come anche l’ex Tribunale sarà presto sede di Uffici comunali. Tra gli altri risultati raggiunti è stata citata l’alienazione dell’ex carcere.

Per il resto, sempre a detta del sindaco, sembra che tutti abbiano dimenticato, il terribile momento che si è vissuto e che ancora si sta vivendo da un anno a questa parte.

Sull’argomento è intervenuto anche il consigliere De Pascalis il quale ha evidenziato quanto poco si sia fatto, proprio in fase di emergenza Covid per sostenere le difficoltà economiche che aziende e cittadini, stanno vivendo.

Ha citato la prossima scadenza della Tari. “Cosa si è fatto o si farà per chi materialmente non può pagare?“- ha chiesto De Pascalis – Questa città non ha alcun appeal ne per viverci ne per chi vuole investire. Ha una tassazione di gran lunga superiore rispetto a paesi limitrofi verso cui da anni si sono localizzate buona parte dell’imprenditoria locale“.

Anche queste accuse sono state respinte dal Sindaco secondo cui tutto ciò che era ed è stato nelle possibilità dell’Amministrazione è stato fatto. Sono state concesse dilazioni, facilitazioni nei pagamenti ed aiuti economici ai cittadini in forme diverse. Sulla Tari ha concluso che “si tratta di una tassa collegata ad un servizio a richiesta individuale e come tale va pagata integralmente”.

Abbiamo mantenuto la stessa tariffa dell’anno scorso – ha ribadito Amante- coprendo anche un disavanzo dovuto a variazioni intervenute sul costo del servizio ed infine non bisogna mai dimenticare la situazione pandemica che ci è caduta addosso. Capiamo la rabbia ma non è colpa nostra”.

Il DUP è stato approvato con 10 voti favorevoli e 4 contrari.

Approvata poi con 10 voti favorevoli e 4 astenuti la ricognizione periodica delle partecipazioni pubbliche. In particolare trattasi del mantenimento di una quota dell1,15% nel GAl Valle Della Cupa.

Successivamente con votazione unanime di 14 voti favorevoli su 14 presenti sono stati risolti i problemi dell’economia locale grazie all’approvazione del regolamento per la tutela e valorizzazione dei prodotti e delle attività agroalimentari tradizionali locali con l’istituzione della DE.CO.

Sarà nominata una commissione che analizzerà le richieste degli operatori economici, in forma singola o associata, che chiederanno il riconoscimento DE.CO per un prodotto o una manifestazione.

Insomma siamo una città che vuole rilanciare i propri prodotti peccato che contemporaneamente si conceda la distruzione di centinaia di ettari di terreno agricolo con la cementificazione, il fotovoltaico i megaparchi e quant’altro. E vi è pure qualche Donchisciotte che abbaia, o finge di abbaiare, alla luna dimenticando che vive di quei privilegi a lui concessi dagli stessi finanziatori dei cementificatori e degli affaristi del fotovoltaico e dei megaparchi. Ma si sa, è sempre più facile scaricare colpe su altri che non sui mandanti o sugli esecutori degli ordini dei mandanti.

Lo stesso vale per le manifestazioni. Chiunque abbia fatto per tre anni consecutivi una manifestazione avrà acquisito il diritto di poter diventare DE.CO. Servirà, secondo il pensiero dell’assessore Mauro, a legare il nome della città ad un evento e/o ad un prodotto e ad attirare turismo in città. Speriamo abbia ragione sinora non sono state troppe le cose su cui abbiamo potuto constatarlo.

Infine è toccato all’accorpamento di alcune strade al demanio stradale del Comune. Si tratta di via Cremona, via Terni, via S. Giovanni, via Teramo etc che sono state cedute a titolo gratuito (sic!) al Comune. Il gratuito lo so, suona male ed infatti tanto gratuite non lo sono, per larga parte di esse vi è stato un contenzioso con il Comune parte soccombente.

Secondo quanto dichiarato dal dirigente dei Lavori Pubblici, arch. Miglietta, è facoltà dei Comuni chiedere che queste parti di terreno adibite ad uso pubblico, perché il Comune vi ha costruito strade, vengano accorpate a titolo gratuito al demanio col consenso dei proprietari.

Bisogna dire che stona la parola gratuito primo perché, come ha rilevato lo stesso arch. Miglietta, in passato abbiamo già dato, secondo perché quelle strade hanno trasformato zone di macchia mediterranea del valore massimo di un euro al metro quadro in zone rese appetibili perché edificabili.

Alla richiesta del perché si sia atteso vent’anni prima di acquisire in proprietà queste strade e quali siano state le omissioni che hanno portato a questa grottesca situazione fatta dalla consigliera Carrozzini, il Dirigente ha risposto che un tempo si usava lasciare in proprietà ai proprietari terrieri quelle parti di terreno su cui si costruivano le strade.

Diciamo che forse il Dirigente non ha chiamato le cose con il loro giusto nome o forse ha voluto coprire errori del passato (ma anche del presente) sotto un manto pietoso perché se vogliamo, e dobbiamo, chiamare col proprio nome quel ritardo dobbiamo chiamarlo errata o mancata procedura di esproprio per pubblica utilità di quelle parti di terreno su cui dovevano sorgere le strade.

Insieme alle malefatte sul servizio raccolta e trasporto rifiuti, che tante lacrime e sangue stanno producendo ai cittadini, alla stessa stregua vi è la vicenda espropri che ha prodotto altrettante lacrime e sangue. Acquisizione di ettari di terreno, (vedi il quasi intero comparto della Zona 167, del Quartiere Fieristico etc..) zone di scarsissimo valore di mercato che, per non aver l’Ufficio tecnico perfezionato la procedura di esproprio, abbiamo poi pagato, con sentenza di Tribunale in applicazione della cosiddetta “legge di Napoli”, a peso d’oro.

L’acquisizione di dette strade e stata approvata con 11 voti favorevoli, 1 astenuto ed 1 contrario.