Cronaca/di pietro zurico

Che non sarebbe stato un Consiglio comunale sulle note del “C’eravamo tanto amati” era scontato, che però il dibattito avesse potuto giungere a livelli così bassi nessuno se lo sarebbe mai aspettato.

Uno scenario da “Resa dei Conti” senza esclusione di colpi e con alcuni passaggi, tra componenti della maggioranza e della minoranza, particolarmente animosi e verbalmente aggressivi che han fatto si che l’approvazione del Bilancio consuntivo si trasformasse in reciproci botta e risposta, scambi d’accuse per poi finire nel turpiloquio.

Lo spettacolo che a vista d’occhio ha offerto la nuova disposizione dei consiglieri tra i banchi dell’aula consiliare ha colto per un attimo di sorpresa abituati com’eravamo a ben altra disposizione. Sui banchi della maggioranza era seduta la “new entry” De Paolis che seppur non fosse una sorpresa per i pregressi ammiccamenti e per le attuali scelte di definitiva collocazione nella maggioranza, pur tuttavia l’occhio ci ha messo un attimo in più per raccapezzarsi. Per quanto riguarda invece l’orecchio quello ha dovuto adattarsi con uno sforzo maggiore rispetto agli interventi a cui il consigliere De Paolis ci aveva abituato con le sue estemporaneità lessicali.

Se aggiungiamo, infatti, che lo stesso è giunto a dare del “maleducato”, non dell’ineducato ma proprio del maleducato ad un suo collega tirando quindi in ballo anche i suoi genitori, si può intuire benissimo il livello eccelso a cui si è elevato il dibattito consiliare ed il contributo sintattico, questa volta superiore alla sua media, fornito dal consigliere De Paolis.

Anche la nuova composizione del banco dell’opposizione ha colto l’occhio di sorpresa. Ai soliti noti ( Carrozzini-De Pascalis-Pulli-Sabato-Spoti) si erano aggiunti i tre ex consiglieri di maggioranza: Garzia, Prastano e Vergine.

Uno scenario che lasciava ampiamente presagire quel che poi nei fatti si è verificato. Di tutto si è parlato tranne che del Rendiconto Consuntivo.

Tutto previsto dunque, tranne che si potesse giungere a tanto e non perché alcune volgari offese sentite in aula non rientrassero nell’idioma e nella cultura di chi le ha pronunciate quanto perché si pensava che il luogo istituzionale avesse potuto fare da argine allo sproloquio. Così non è stato.

Finita, infatti, la votazione sul Rendiconto e sulla sua immediata esecutività, si era passati all’argomento successivo che era l’assegnazione del servizio delle pubbliche affissioni. Qui è successo il fattaccio. Da un lato si è visto il consigliere Prastano, che ad un segno di braccio ad uscire fuori dall’aula da parte di un consigliere della maggioranza, si è alzato. Ricordando forse quanto scritto dallo stesso consigliere Prastano sui social di presunte minacce ricevute da parte di un consigliere di maggioranza, si sono contemporaneamente alzati ed usciti anche i consiglieri Garzia e Vergine. Contemporaneamente si è sentito distintamente una voce, abbastanza riconoscibile, che forse ignara di qualche microfono malandrino rimasto aperto si sbizzarriva in un solenne “pezzi di m****”.

Il video in alto (tenete l’audio al massimo) documenta il passaggio descritto e magari, come nel cantante mascherato, potreste anche riconoscere a chi appartiene quella voce. E’ squalificante, chiunque egli sia stato, che abbia usato nella sede istituzionale un simile linguaggio. L’autore, se ha un minimo di onestà intellettuale (cosa di cui di cui nutro fortissimi dubbi) dovrebbe fare l’unica cosa giusta: dimettersi da qualsiasi incarico egli ricopra. Dubito lo farà, perché i sicari vivono ed agiscono nell’oscurità.