Rinegoziazione a 24 anni. Scende la rata ma cresce di circa 4 milioni il debito.

Cronaca/di pietro zurico

La Giunta comunale ha fatto un grosso passo in questi giorni, un passo decisamente impegnativo perché andrà ad incidere sul quadro economico finanziario dell’Ente per ben 24 anni.

Inciderà positivamente o negativamente? Difficile dirlo perché è un po come la storia del bicchiere mezzo pieno o mezzo vuoto. Dipende dalla prospettiva da cui lo si guarda.

La Giunta comunale, nella fattispecie, deve aver visto il bicchiere mezzo pieno poiché con propria delibera, la n.119 del 27 maggio 2020, ha deliberato di aderire alla rinegoziazione dei prestiti concessi a suo tempo dalla Cassa Depositi e Prestiti.

Si possono rinegoziare i prestiti ordinari a tasso fisso o variabile e flessibili; quelli con oneri di ammortamento interamente a carico dell’ente beneficiario e quelli in ammortamento al 1° gennaio 2020, con debito residuo a tale data pari o superiore ad euro 10.000 e scadenza successiva al 31 dicembre 2020.

Trattasi insomma di circa 6.500.000 euro che da un lato garantiranno una rata semestrale di importo inferiore rispetto all’attuale ma dall’altro porteranno il debito a lievitare notevolmente rispetto alla consistenza iniziale.

Gli amministratori comunali, come detto, hanno ritenuto vantaggioso aderire alla rimodulazione perché permette di ridurre la rata semestrale dagli originari 382.000 a 212.000 euro. Ciò, si legge in delibera, “permetterebbe di far fronte all’emergenza sanitaria causata dal coronavirus che starebbe pesando negativamente sul bilancio del Comune, in particolare in termini di minori entrate“.

Passiamo ora al rovescio della medaglia o se vogliamo al bicchiere mezzo vuoto. Questa rinegoziazione se da un lato porta ad un abbassamento della rata semestrale dall’altro impegna però le casse comunali per ben 24 anni, sino al 2043. Porta, cioè, un debito iniziale, come da tabella allegata alla delibera, da circa 6.500.000 a ben 10.400.000. Qualcosa come 4.000.000 milioni circa di nuovo debito seppur spalmato su 24 anni.

La rinegoziazioni dei mutui, come è risaputo, deve essere fatta con deliberazione di Consiglio comunale, essendo la materia di competenza del Consiglio, e si ha diritto solo qualora sia stato approvato il bilancio di previsione dell’anno in corso.

Detti obblighi però sono stati bypassati dall’art. 113 del D.L. n. 34/2020, che ha disposto che le rinegoziazioni dei mutui nel 2020 possano essere effettuate anche nel corso dell’esercizio provvisorio e mediante deliberazione della Giunta comunale.

Riscontrata pertanto la legittimità dell’operato della Giunta ci sta da chiedere se, per un eccesso di zelo, son veramente mancati i tempi tecnici, vista l’importanza dell’argomento, per convocare un Consiglio comunale, anche monotematico online, per farlo discutere e deliberare sull’argomento piuttosto che riservarsi di portarlo in aula a fatti ormai compiuti.

Dalla circolare n. 1300/2020, della Cassa Depositi e Prestiti circa le modalità di adesione alla rinegoziazione si evince che volendo la cosa sarebbe stata possibile anzi ancora lo è.

Si legge infatti che : “(…) entro il termine perentorio del 30 luglio 2020, pena la risoluzione del contratto di rinegoziazione, devono essere trasmesse le delegazioni di pagamento originali relative a ciascun prestito rinegoziato complete delle relate di notifica al tesoriere dell’Ente”.

Considerando che il 23 giugno 2020 si è tenuto il Consiglio comunale, tra i vari argomenti trattati si sarebbe potuto inserire anche questo della rinegoziazione dei mutui. Volendo, il tempo, sino al 30 luglio, ci sarebbe ancora.