Cronaca/di Redazione

Una convivenza durata appena un anno e mezzo da cui era nato anche un figlio. Lui A.G. 72 anni, lei C.M.R., più giovane di lui di 20 anni.

Causa scatenante del dissidio e della successiva separazione sarebbe stato il carattere irascibile dell’uomo ragion per cui vi era stata anche una denuncia che però non aveva avuto seguito.

L’uomo, abbandonato dalla donna, decide così, forse per vendetta o forse per riappropriarsi di ciò che riteneva essere suo, ha messo in atto un furto nella abitazione della donna. Dopo aver forzato la serratura dell’abitazione ha portato via un televisore, un forno a microonde, dei vestiti ed altro.

Non è stato fortunato, se così si può dire, in quanto una telecamera di videosorveglianza installata in un’abitazione del vicinato lo ha ripreso mentre forzava la porta dell’abitazione della donna da cui successivamente usciva con la refurtiva che non è stata ancora ritrovata.

Per le forze dell’ordine, a cui era stato denunciato il furto, non è stato pertanto difficile individuare l’autore del fatto delittuoso ed assicuralo alla giustizia.

Pertanto in sede di udienza preliminare il Gup Marcello Rizzo ha disposto che “rilevato che nella specie non ricorrono le condizioni per emettere una sentenza di non luogo a procedere nei confronti dell’imputato non risultando l’insussistenza dei fatti delittuosi ma che anzi alla stregua delle risultanze processuali acquisite sono emersi validi elementi a carico dell’imputato che legittimano il rinvio a giudizio”.

L’uomo, difeso dall’avv. Mario Fazzini, il prossimo 26 gennaio dovrà rispondere di furto aggravato.

La donna, difesa dall’avv. Daniela Sindaco, si è costituita parte civile nel procedimento penale al fine di ottenere la sua condanna al risarcimento dei danni patrimoniali e morali subiti oltre alla rifusione delle spese e degli onorari di giudizio.