Cronaca/Politica/
Paolo Pagliaro  Consigliere Regionale La Puglia Domani

Da quindici anni a questa parte, il destino dell’ospedale di Galatina è sospeso come una banderuola ai Regolamenti regionali in materia di riordino ospedaliero, emanati prima dalla giunta Vendola e poi da quella Emiliano.

 
Un limbo insostenibile che esige di essere chiarito. Ecco perché ho presentato un’interrogazione urgente all’assessore alla Sanità, chiedendo di esprimere una parola certa e definitiva sulle sorti del presidio di Galatina, punto di riferimento per un bacino d’utenza di oltre 80mila cittadini pugliesi.
Ma ricostruiamo i fatti. La classificazione di ospedale di primo livello, conservata nonostante il taglio del 40% dei posti letto imposto dal piano Vendola del 2015, veniva messa in discussione due anni dopo con il piano Emiliano (R.R. 7/2017), che prevedeva il declassamento del presidio di Galatina a ospedale di base. Una scelta motivata con la necessità di razionalizzare la rete ospedaliera, a seguito della prevista realizzazione del Nuovo Ospedale del Sud Salento tra Maglie e Melpignano.
E arriviamo al 2019: con il Regolamento regionale n. 23, la giunta Emiliano ritocca ancora una volta il Piano di riordino e cancella la disattivazione dell’ospedale di Galatina parlando genericamente di riconversione, pur ribandendone il declassamento a ospedale di base.
Con i cosiddetti Piani Covid dell’anno scorso, le cose si complicano. Ad aprile 2020, con delibera di giunta regionale n. 525, viene confermata la classificazione del presidio di Galatina a ospedale di base, con l’attribuzione di 40 posti di malattie infettive e 4 posti di terapia intensiva. Va sottolineato che l’ospedale di Galatina è stato il solo che, disponendo di un reparto di Malattie infettive e potendo sdoppiare il Pronto soccorso, non ha subìto chiusure forzate, dal momento che consentiva di poter isolare preventivamente i casi a rischio.

Con il Piano Covid 2, invece, la giunta Emiliano inserisce l’ospedale di Galatina nella Rete Covid, stabilendo 12 posti di terapia intensiva e 22 di semi intensiva (8 di malattie infettive e 14 di medicina). Nel quadro di quest’ultimo riordino emergenziale, il territorio dell’hinterland perde anche il riferimento dell’ospedale di Copertino, riconvertito in presidio Covid post acuzie per 120 posti, insieme a quello di San Cesario per 40 posti.

Solo a seguito di una forte azione di protesta del territorio, per l’ospedale di Galatina è decaduto il vincolo solo Covid, e l’ASL Lecce è stata sollecitata ad approntare i posti di terapia intensiva e sub intensiva previsti, individuando percorsi puliti per i reparti no Covid nel frattempo disattivati. È stato anche nominato un commissario ad hoc per sovrintendere a questa riorganizzazione.

Attualmente, nel presidio di Galatina sono attivi otto reparti. Quello che chiedo all’assessore alla Sanità, nella mia interrogazione urgente, è di rendere noto il reale stato di attuazione del piano Covid nel presidio di Galatina, ossia quanti posti di Terapia intensiva e sub intensiva siano stati attivati e siano effettivamente operativi; i tempi di riattivazione della Medicina non Covid, attualmente dedicato ai soli casi Covid, nonché i tempi di riattivazione dei servizi di consulenza e degli ambulatori esterni di Medicina e Malattie infettive tuttora sospesi.

In sostanza, chiedo trasparenza sull’offerta sanitaria che il presidio di Galatina è in grado di assicurare, in risposta al bisogno di salute del territorio, anche in considerazione dei suoi parametri e delle sue dimensioni. Non si può decidere di tenere in piedi il solo reparto di Malattie infettive, sopprimendo invece gli altri ad esso collegati (Rianimazione, Cardiologia, Medicina, Pneumologia ed altri), perché questo potrebbe esporre a rischi i pazienti, costretti a spostarsi negli ospedali di Lecce o Tricase anche per semplici visite e consulenze.  
Dall’assessore Lopalco mi aspetto risposte in tempi brevi, per rassicurare un territorio in comprensibile fibrillazione, che guarda alla sanità pubblica post Covid con grande incertezza.