Cronaca/di Redazione

Era stato licenziato dal titolare di un supermercato di Galatina con l’accusa mossagli dal datore di lavoro di essersi appropriato indebitamente di poche centinaia di euro sottraendole dalla casa dove lavorava ragion per cui aveva sporto anche denuncia contro di lui.

Il lavoratore in questione, L.C. 40enne del posto, si è rivolto alla Magistratura ritenendo che le accuse fossero infondate ed ha impugnato il licenziamento dinanzi al Tribunale del Lavoro di Lecce chiedendo l’annullamento del licenziamento poiché, a suo dire, non era l’unico ad avere accesso alla cassa incriminata ed avanzando richieste per differenze retributive, poiché, avrebbe svolto un orario di lavoro superiore rispetto a quello contrattualmente stabilito.

Il Tribunale di Lecce

Il Giudice del Lavoro ha accolto le tesi difensive del lavoratore ed ha così annullato il licenziamento, poiché non si poteva affermare con certezza che la condotta contestata al dipendente fosse stata da lui posta in essere e non da altro dipendente addetto alla stessa cassa ed ha condannato il datore di lavoro ad un risarcimento pari a cinque mensilità.

Inoltre le tesi difensive del lavoratore hanno trovato accoglimento anche con riferimento alle richieste per le differenze retributive, infatti il Tribunale di Lecce ha condannato il datore di lavoro a versare in favore del dipendente, oltre alle 5 mensilità, la somma complessiva di circa 42.000 euro.