Cronaca/di p.z.

Ricevo una PEC da parte della dott.ssa Chiara Eleonora Coppola pregna di arroganza con cui mi intima la rimozione di un articolo, da noi pubblicato sul sito Web del Sedile, che avrebbe arrecato, a suo dire, un danno alla sua persona con conseguenti riflessi negativi in termini di reputazione professionale e di immagine.

Questo a suo dire. Noi onestamente non riusciamo proprio a capire in qual modo avremmo arrecato il danno e come mai la dottoressa se ne sia accorta ad un anno di distanza.

L’articolo in oggetto è il seguente :
https://www.ilsedile.it/13-500-euro-netti-per-30-giorni-di-lavoro-per-catalogare-e-digitalizzare-i-libri-della-biblioteca-comunale

Passo a pubblicare la lettera della dottoressa Coppola nella versione integrale ricevuta. A seguire la mia risposta ed il perché l’articolo in oggetto non sarà rimosso dal nostro sito web.

“OGGETTO: Richiesta di inibitoria e diffida. Richiesta di rimozione della notizia non veritiera

Io sottoscritta Chiara Eleonora Coppola (…), formulo la presente lettera di richiesta di inibitoria e contestuale diffida per significare quanto segue.

Premesso che:

1) in data  14/09/2019 veniva da Voi pubblicato l’articolo sul portale web Il Sedile di cui al presente link: https://www.ilsedile.it/13-500-euro-netti-per-30-giorni-di-lavoro-per-catalogare-e-digitalizzare-i-libri-della-biblioteca-comunale ; 

2) l’articolo, di cui al precedente link, cita in causa la sottoscritta senza che alla stessa sia stata data alcuna notifica o diritto di replica;
3) i contenuti dell’articolo risultano distorti e non veritieri, come già chiarito anche dallo stesso Comune di Galatina nel 2019 nella sede del Consiglio Comunale;
4) le informazioni da Voi pubblicate hanno arrecato e arrecano alla mia persona conseguenti danni in termini di reputazione professionale e di immagine;

tutto ciò premesso e considerato, con la presente Vi inibisco dal mantenere la notizia pubblicata sul vostro sito e Vi diffido ad adempiere, ai sensi e per gli effetti del Codice Civile entro e non oltre il termine di 15 giorni dal ricevimento della presente, avvertendovi che decorso inutilmente tale termine, in considerazione del grave danno a me arrecato mi riserverò di agire presso le competenti sedi per il risarcimento di tutti i danni subiti e subendi con aggravio di spese a Vostro carico.

Distinti saluti

Chiara Eleonora Coppola”.

Bene. Egregia dott.ssa Coppola, mi farebbe tanto piacere, in primis, se lei mi spiegasse da quale fonte abbia attinto o acquisito il diritto di dover essere avvisata per un articolo i cui termini della vicenda sono riportati su un atto pubblico del Comune di Galatina, per la precisione la Determinazione n. 744 del 31 ottobre 2019 del Dirigente della Direzione Territorio e Qualità Urbana arch. Nicola Miglietta. Avrebbe potuto leggersela da sola ed eventualmente chiedere chiarimenti al diretto responsabile.

Ci ha accusato di aver scritto notizie non vere, insomma, delle falsità. Se il dirigente Miglietta nel suo atto pubblico ha scritto delle falsità allora anche il Sedile ha scritto falsità. Abbiamo riportato nell’articolo quanto scritto nella Determinazione e ci meraviglia che allora lei sia stata zitta e non si sia sentita danneggiata ne dalla procedura di affidamento dell’incarico ne dalla lauta remunerazione.

Ritengo inoltre che lei non sia la persona più indicata a giudicare ciò che è vero e ciò che non lo è così come se sia stato il nostro articolo a provocare il danno che lei con sicumera sconcertante attribuisce a noi. A meno che scrivere che la sua alta professionalità, a giudizio di Miglietta, valga 450,00 euro al giorno non sia una colpa.

Esiste, in ogni caso, un Giudice, come lei giustamente fa notare, a cui ricorrere qualora l’articolo non fosse rimosso ed è l’unico investito dalla legge dello Stato a stabilire ciò che è vero o falso. Lei sicuramente no.

Bene, se ritiene giusto farlo lo faccia è un suo diritto come sarà un mio diritto produrre il dovuto carteggio per documentare da quale parte stia la verità. Lo faccia perché l’articolo non sarà rimosso, non vedo ne motivo ne ragione per doverlo fare.

Naturalmente capisce benissimo che poi non ci ridurremo, come invece abbiamo spesso fatto in passato, solo a difenderci ma intraprenderemo le conseguenti azioni di rivalsa nei suoi confronti.

Siamo stanchi dei tanti soggetti che continuano ad utilizzare queste forme intimidatorie pensando di spaventarci o tentando di far passare per verità la loro versione dei fatti. Come già detto, se ritiene che la verità sia dalla sua parte, proceda.

Probabilmente avesse sostituito l’arroganza con un po di tatto, avrebbe forse ottenuto ciò che le sta a cuore ma nei termini con cui ha posto la vicenda decisamente no.