Cronaca/di Coldiretti Puglia

Persi negli ultimi 10 anni 21mila ettari di frutteto in Puglia, dove l’ultima generazione è responsabile della perdita di oltre ¼ della terra coltivata (-26%) per colpa della cementificazione e dell’abbandono provocati da un modello di sviluppo sbagliato che ha ridotto la superficie agricola utilizzabile.

È quanto emerge da una analisi di Coldiretti Puglia divulgata in occasione del cinquantesimo anniversario della Giornata mondiale della terra del 22 aprile con l’emergenza Coronavirus che ha fatto emergere la centralità dell’agricoltura per garantire le forniture alimentari alle popolazione.

“Servono un impegno di filiera e una visione strategica per salvare il frutteto pugliese che in 10 anni dal 2010 ad oggi – dice Savino Muraglia, presidente di Coldiretti Puglia – si è ridotto del 26% per colpa del consumo del suolo, della tropicalizzazione e scelte sbagliate di pianificazione e programmazione. Sono stati letteralmente ‘mangiati’ 162mila ettari di suolo in Puglia per colpa della cementificazione e dell’abbandono e per la grave mancanza di programmazione e valorizzazione del ruolo di chi vive e lavora sul territorio”.

“La tropicalizzazione del clima, con eventi estremi come nubifragi, grandinate e trombe d’aria che si alternano a lunghi periodi siccitosi e la cementificazione selvaggia hanno causato una percentuale di suolo consumato che si attesta su valori compresi tra l’8% e il 10%, una delle più alte d’Italia, indebolendo e impoverendo un territorio già fragile e privando noi giovani coltivatori della possibilità di crescere imprenditorialmente e investire in un futuro agricolo concretamente basato sullo sviluppo rurale”, aggiunge Benedetta Liberace, leader di Coldiretti Giovani Impresa Puglia.

In un momento in cui la terra è diventata la nuova frontiera per le nuove generazioni come dimostra la campagna #miprendocuradite lanciata dai giovani della Coldiretti per i 50 anni della giornata della Terra.

La pandemia da coronavirus sta rivoluzionando le priorità dei mercati e dei consumatori – sottolinea la Coldiretti – con le produzioni agricole, dalle quali dipendono le forniture alimentari nei diversi Paesi, diventate più preziose e richieste del petrolio che, al contrario, è crollato con il fermo delle attività industriali. L’emergenza ha ribaltato la geografia del valore della terra – evidenzia la Coldiretti – con i giacimenti di idrocarburi del sottosuolo che hanno perso centralità economica rispetto ai raccolti che crescono sui campi di tutto il mondo e che vengono considerati ormai vere e proprie riserve strategiche da proteggere e accantonare. 

In gioco c’è una filiera allargata che garantisce l’approvvigionamento alimentare in Puglia grazie al lavoro di oltre 100mila aziende agricole e stalle, più di 5mila imprese di lavorazione alimentare e una capillare rete di distribuzione tra negozi, supermercati, discount e mercati contadini di Campagna Amica con l’emergenza Covid 19 che ne sta però mettendo a nudo tutte le fragilità sulle quali è necessario intervenire con il piano Marshall proposto dalla Coldiretti per l’agroalimentare che ha bisogno di una robusta iniezione di liquidità.