Rubriche/Pensieri&Parole/di Piero D’Errico

La differenza è tutta qua: tra chi vuole salvare il Natale e chi invece cerca  di  salvare la propria vita.

Perdonatemi se a distanza di pochi giorni, torno su un argomento già trattato ma il fatto è che certi avvenimenti hanno la forza di scuotermi così tanto, da sentire il bisogno di fare qualcosa.

Poi però mi accorgo di non poter fare nulla se non parlarne.

Troppo poco ? Si, però ne parlo uguale.

Continua al confine con la Polonia, il dramma di tanti migranti ostaggi di un regime, proprietario della vita degli altri, un regime che li utilizza come merce di scambio, li utilizza per fare pressione su determinate questioni.

Centinaia di migranti a metà strada tra l’inferno dove ora stanno, e il paradiso che i loro occhi vedono poco più in là.

E intanto il mondo prova ad alzare la voce, ma usa toni forti accompagnati da provvedimenti deboli che vanno ad incrociarsi con interessi, minacce e paura di un allargamento del conflitto.

E mentre il mondo fa prove di shopping e si prepara a festeggiare il Natale, mentre si preparano inviti e liste della spesa per non dimenticare nulla,  loro sono sempre là.

Mentre le strade principali cominciano a riempirsi di luci e di colori e le vetrine di abiti all’ultima moda, loro sono là in una foresta a chiedere un aiuto che tarda ad arrivare, sono là a sperare di non morire per la fame o per il freddo.

Hanno trovato nella foresta, il corpicino senza vita di un bambino siriano.

Aveva solo un anno, poteva essere mio figlio, poteva essere il figlio di tutti noi, ma era solo il figlio di una guerra moderna, un figlio che gente senza scrupoli ha fatto morire.

Lo hanno trovato morto al confine con la Polonia, morto per la fame e per il freddo avvolto solo dall’indifferenza di chi poteva salvarlo.

Il suo corpicino è stato trovato vicino alla recinzione, era lì, era riverso per terra su quelle foglie ingiallite.

Era lì a pochi passi da un sogno.

Dicono che tutto ciò che succede su questo mondo, succede sotto gli occhi di Dio.

Io non lo so, ma da un po’, ho come limpressione che gli occhi neri di Dio guardano altrove.