Eventi/di Redazione

Pochi versi d’amore, sinceri e universali, hanno cambiato per sempre la storia della musica italiana.

Il libro “Il cielo in una stanza. Il 1960: Paoli, Mina e una canzone rivoluzionaria” di Laura Rizzo, appena uscito per l’editore GM Press nella collana Songs, sarà presentato venerdì 24 luglio (ore 21 – ingresso gratuito con prenotazione obbligatoria 3408942727) nell’agrumeto del Museo del Negroamaro in via Castello a Guagnano, nell’ambito del progetto “HostAria del Negroamaro”. L’autrice tarantina dialogherà con la giornalista Annachiara Pennetta.

Il libro di Laura Rizzo, quarto volume della collana Songs di GM Press dedicata ai compleanni delle più amate canzoni italiane e straniere, esce proprio in occasione dei sessant’anni della celebre Il Cielo in una stanza. L’autrice ha dialogato con alcuni protagonisti di quel piccolo miracolo in parole e musica, a partire da Gian Franco Reverberi – autore della prefazione – per arrivare in modo particolare a Gino Paoli, con il quale ha realizzato una lunga intervista: «Avevo la volontà di descrivere l’orgasmo: quell’attimo in cui tu sei proiettato nell’infinito; sei tutto e non sei niente. Quel momento, puoi provarci cento volte, ma non riuscirai mai a delinearlo. Però se tu racconti come una spirale tutto quello che c’è intorno, è come se ricostruissi il centro. Così ho scritto Il cielo in una stanza: le pareti, la finestra, la musica da fuori, ed ho cercato di ricostruire il momento», ha raccontato Gino Paoli.

Giugno, 1960. Un ventiseienne Gino Paoli, non ancora iscritto alla Siae, propone alle edizioni Ricordi una canzone priva di inciso, costruita intorno al momento più alto di un atto d’amore e ambientata in un bordello di Genova. Già rifiutato da Alfredo Rossi delle edizioni musicali Ariston, che aveva invitato Paoli a cambiare mestiere, ma anche da Jula De Palma e Miranda Martino, che non avevano voluto interpretarlo, Il cielo in una stanza arriva tra le braccia di Mina. Lei incide il brano e lo porta in vetta alle classifiche per ventisette settimane di seguito. Gino Paoli registrerà la sua versione dopo pochi mesi. La storia si scrive in un tempo piccolo: una canzone, che è un vero e proprio atto di rivoluzione nell’Italietta yé-yé, squarcia la tela e raggiunge quel soffitto viola senza mai chinare, da allora, per un attimo la testa, tra alberi infiniti, organi che vibrano e arrangiamenti memorabili. Il volume svela tanti aneddoti legati alla genesi del brano – l’intestazione Mogol-Toang, i rifiuti, la prima incisione di Mina, le vicende personali di Paoli e della stessa interprete, la nascita della canzone d’autore in casa Ricordi a Milano – e ribadisce con forza la posizione rivoluzionaria della canzone. «Il cielo in una stanza ha modificato i codici della musica leggera italiana, influendo definitivamente anche nella storia del Belpaese, in quel momento di passaggio, il 1960, quando, a metà, tra il postbellico e le larghe falcate verso il boom economico, i linguaggi espressivi e stilistici nel mondo culturale erano in bilico tra innovazione e rassicuranti ritornelli», sottolinea l’autrice.

Laura Rizzo, esperta e studiosa di canzone italiana, critico musicale, conduttrice radiofonica e autrice. Ha collaborato con  «Muz», «Pool magazine», «Musica&parole», «Jazzit». Attualmente scrive per «L’isola che non c’era», «Vinile» e «Quisalento». È autrice e conduttrice di «Storie di casa mia» su Radio Bachi. Insegna italiano agli stranieri in una scuola media serale e collabora con diverse case editrici come autrice ed editor. Nel 2015 ha pubblicato «Vinicio Capossela. Canzoni a manovella» (Arcana). Originaria di Taranto, vive e lavora a Bari. Studia canto leggero.