Cronaca/p.z.

Dove non sono riusciti, ammesso ci fosse mai stata una volontà in tal senso, la dove vi erano mezzi e risorse (umane e finanziarie) per arginare o quanto meno ridimensionare le pretese della Forenergy, ci sono riusciti i 10 consiglieri di minoranza (4 di Soleto e 6 di Galatina).

Un’attenta lettura del carteggio aveva portato all’individuazione di ciò che noi avevamo definito il “cavillo” che ha fatto crollare, almeno per il momento, tutta l’impalcatura su cui si sosteneva l’autorizzazione dell’ASI alla Forenergy per la realizzazione di un impianto idoneo al consumo di 40.000 tonnellate di rifiuti per la produzione di biometano sulla zona industriale di Soleto confinante con Galatina.

Il “cavillo” era contenuto nel carteggio dell’iter concessorio alla realizzazione dell’impianto. In particolare era contenuto nell’art. n.2 della Delibera del CdA dell’ASI n°156 del 12.12.2023 in cui l’Ente riportava : ” di stabilire che il prezzo di cessione definitivo che la Forenergy dovrà versare al consorzio è
stabilito dalla delibera n°19/2022 in €.14,00 oltre IVA e quindi €.581.417,76 oltre IVA di cui il 50% alla sottoscrizione dell’allegato b) al RGS, che avverrà con la comunicazione di avvenuto rilascio dei relativi nullaosta e comunque entro 6 mesi dalla presente autorizzazione, come chiesto in ultima istanza dalla Ditta Forenergy srls, pena la decadenza automatica dalla preassegnazione”
.

E’ questo il passaggio che i dieci consiglieri hanno evidenziato al CDA dell’ASI, evidentemente anch’esso sbadatissimo e alquanto superficiale, chiedendo che fosse dichiarata la decadenza dell’automatica preassegnazione dei lotti di terreno individuati dall’azienda.

Di fronte a tale evidenza, resosi conto del marchiano errore che stavano per commettere, il CdA ha emesso nuova Delibera con la quale ha preso atto della decadenza dei termini e della conseguente inefficacia della
localizzazione finalizzata alla preassegnazione in favore della FORENERGY effettuata con Delibera n°156/2023.

A seguire nota di commento alla Delibera del CdA ASI da parte dei consiglieri comunali della Lista “Soleto si può” e di Sandra Antonica consigliere comunali di Galatina capogruppo PD.

Sandra Antonica

“Apprezzo l’iniziativa dell’Asi. Il CdA dell’Asi, dopo la nota sottoscritta dai consiglieri di minoranza di Galatina e Soleto ha preso atto della decadenza della preassegnazione dei lotti, di fatto accogliendo le nostre ragioni. Ora più che mai occorre che le amministrazioni interessate di Galatina e Soleto si esprimano con chiarezza. Senza buttare la palla in tribuna o confondere i cittadini.

L’impianto proposto è di iniziativa privata e non è inserito nel piano dei rifiuti regionale. Non produrrà alcun risparmio ed è predisposto per il trattamento di 40000 tonnellate di rifiuti organici ad anche speciali. Galatina e Soleto producono rifiuti organici , per circa 4.000 tonnellate. Praticamente è predisposto per una quantità di rifiuti dieci volte maggiore di quella effettivamente prodotta. E dalla lettura del progetto presentato tratterà anche rifiuti speciali. Questi i fatti. Il resto sono chiacchiere di chi tenta di sovvertire la realtà per non prendere posizione. In consiglio comunale si giunga a dire no all’impianto senza se e senza ma. A Galatina ci sono già troppi opifici che trattano rifiuti e la salute dei cittadini deve essere al primo posto delle azioni politiche che si mettono in campo”.

Gruppo consiliare Lista “Soleto si può“.

“Prendiamo atto di un “primo” successo tecnico, in cui l’obiettivo nostro e degli altri consiglieri firmatari, è attivarsi in ogni modo per bloccare o almeno rallentare le procedure per la realizzazione dell’impianto, alla luce della condivisione politica dell’inopportunità dello stesso. Siamo contenti per questo obiettivo raggiunto ma siamo ben consapevoli che allo stato attuale non basterà laddove si riattivino tutte le procedure per un impianto simile. Siamo convinti che un’alternativa sostenibile per la chiusura del ciclo rifiuti sia possibile. Il nostro intento, come spiegato nella nota inviata ad Asi, non è solo di natura tecnica, ma che questo rallentamento crei i presupposti per aprire un sano dibattito pubblico con le comunità locali, cosa che è mancata. Il nostro operato non può fermarsi qui, abbiamo il dovere di intervenire su più piani istituzionali affinché ci sia un cambio normativo, anche a livello regionale, in modo che territori già stressati da diversi impianti, vengano tutelati dalla legge per limitare la nascita incontrollata di nuovi insediamenti, senza presupposti essenziali sulle reali esigenze di bacino sul tema rifiuti. La politica ha il dovere di prendere in considerazione alternative più sostenibili, dove non si guardi al mero profitto di chi le realizza o alle opportunità economiche di un eventuale risparmio in bolletta. Iniziamo con politiche vere di sensibilizzazione alla cittadinanza per fare una buona raccolta differenziata, introduciamo l’organico, creiamo prima tutte le condizioni e solo dopo potremo capire le reali esigenze e soluzioni per il territorio, dando massima priorità alla salute dei cittadini e alle criticità ambientali”.