Il Sedile

Il Cliente (prima parte)

“Veniva concordata una spartizione matematica, capillare e feroce tra i vari partiti che governavano e non”

Lettere/ di Piero D’Errico

Galatina – Furono gli anni ’70 che diedero inizio alla grande “infornata” presso Comune, USL, banche e uffici pubblici in genere. Bisognava avere solo la conoscenza giusta, conoscere la persona giusta, il resto era solo un dettaglio. Concorsi fatti “ad personam” per amici e parenti, insomma il “clientelismo” impazzava anche nella nostra città. Dovevi solo cadere nelle grazie o essere abbastanza servizievole o avere un pacchetto di voti. Il resto era scontato.

Partirono proprio in quegli anni le sistemazioni di intere famiglie mentre chi non aveva i “requisiti giusti” restava sul lastrico. Veniva concordata una spartizione matematica, capillare e feroce tra i vari partiti che governavano e non, che teneva debitamente conto della forza politica del partito, successivamente il partito la distribuiva tra le varie correnti.

Ognuno forniva alla commissione giudicante o esaminatrice il nominativo o i nominativi dei “vincitori”, mentre quasi contemporaneamente in piazza già se ne parlava con rassegnazione. Dimenticavo un particolare, la commissione era nominata sempre da “loro” tra i conoscenti che sicuramente avrebbero eseguito gli ordini, ubbidito a partiti e correnti.

Insomma era tutto preconfezionato, bando, concorso e vincitori. Eravamo nel pieno di un sistema clientelare che vedeva la DEMOCRAZIA CRISTIANA al centro. La “meritocrazia” non interessava a nessuno, o meglio interessava di più la sistemazione di un po’ di “aficionados” che avrebbero accresciuto il peso politico e quindi il potere.

Sono passati 40 anni ma il sistema è rimasto invariato, anzi si è perfezionato e stabilizzato. Anche oggi chi parla di “meritocrazia” lo fa per demagogia e populismo. “Il merito” è l’ultima cosa che la politica vorrebbe attuare e di fatto non lo attua neanche nelle nomine, specialmente se di prestigio.

La politica è interessata solo alle ricadute che il nominato potrà dare alle elezioni, magari con un suo coinvolgimento diretto, non è mai interessata alle sue capacità.  Insomma è preferibile una sospetta “mediocrazia” rispetto ad una “meritocrazia” che potrebbe far bene e far crescere il  paese.

Avendo capito l’andazzo e vedendo pian piano tanti miei amici…  (continua)

 

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