Rubriche/PensieriParole/di Piero D’Errico

Sia benedetto il giorno che sono nato” pensai appena sveglio, quel giorno.

Si, perché quel giorno per me era molto importante, era il giorno che aspettavo da un bel po’ e che finalmente era arrivato.

E mentre aspettavo, ero preoccupato al pensiero  potesse succedere qualche cosa all’improvviso, che potesse portare ad un rinvio, spostare ad un giorno anche lontano il mio importante appuntamento.

Guardavo con sospetto il telefono ogni volta che squillava, avevo paura arrivasse una telefonata o un messaggio che potesse contenere il temuto rinvio.

Avevo il mondo che mi si apriva davanti ed ero felice, ero straordinariamente felice di avere la mia età.

Vi dirò, ad una certa ora, quel giorno avevo un appuntamento, era “il mio primo appuntamento” volevo essere puntuale, per questo lo sguardo girava un po’ intorno ma poi andava sempre a finire all’orologio.

Per l’occasione mi ero vestito un po’ casual, maglietta due taglie più grande per stare comodo e per sentirmi a mio agio.

Mezz’ora prima dell’ora fissata ero già lì ad aspettare felice e anche un po’ emozionato e ancora vi dirò, “non vedevo l’ora”.

L’incontro fu breve ma intenso.

Quell’ago entrò ed uscì dal mio braccio in pochissimi secondi, quasi senza accorgermene.

Poi aspettai un quarto d’ora per “vedere l’effetto che fa” e poi mi sentii come volare.

Si perché era quello l’appuntamento che avevo, il primo, e per nulla al mondo avrei potuto mancare.

Era il mio primo appuntamento con la vita, la mia rivincita dopo alcuni mesi, su qualcosa che mi aveva fatto male.

La mia rivincita contro qualcosa che mi aveva fregato senza accorgermene e verso cui m’era rimasta  paura.

L’indomani ed anche il dopodomani, febbre alta e tutto dolori, però ero contento, la febbre sarebbe passata la contentezza

sarebbe rimasta.

Per la seconda volta, la TV si “occupava di me” per la seconda volta i “numeri” che più volte al giorno dava, mi comprendevano.

Prima come contagiato ed ora come vaccinato.

Il resto venne da solo, mi sentivo più tranquillo, come protetto,

come se mi fossi messo in salvo.

In me c’era la quasi certezza che la mia fine non sarebbe più arrivata col COVID, ma  c’era l’altrettanta certezza che prima o

poi per qualche altra ragione, sarebbe arrivata comunque.

 – Peccato !!! – pensai.