Le poltrone uniscono più delle idee

Rubriche/Opinioni/di Piero D’Errico

Se stiamo insieme ci sarà un perché”, così cantava qualche anno fa Cocciante.

In realtà è proprio così, nella vita in generale, lo stare insieme ha sempre un “perché” solo che non sempre il “perché” aderisce alla logica.

A volte il “perché” non ha logica.

Forse per questo stupisce e nello stesso tempo diventa argomento da studiare, da approfondire, da analizzare.

Il “contratto d’amore” tra due nemici giurati come sono LEGA e 5 STELLE, è una storia straordinaria, straordinariamente folle, straordinariamente bella.

Per certi versi affascinante e stravagante.

Io mi limito a guardare il tutto dal punto di vista del “fatto” non dal punto di vista degli “effetti” che il fatto produce.

Mi limito a guardarne la “psicologia”, il lato quasi umano.

Si sentono litigare tutto il giorno, poi verso sera giunge un segnale di distensione ed entrambi giurano fedeltà e amore sino alla fine della legislatura.

Non  è raro sentirli dire una frase ad effetto ed entrambi proclamare le tante cose che “abbiamo” da fare.

Poi di quel “abbiamo” resta ben poco, le loro “cose” tornano a essere diverse, contrapposte e però loro continuano a stare “insieme” pur nella loro diversità.

E mentre tutto ciò succede fa da sottofondo una vecchia canzone:

“tenimmoce accusì anema e core”.

Il tempo ci dirà se è stato amore vero o se invece è stato amore interessato, se è stata una storia d’amore o di potere, una storia d’amore servita solo alla “conservazione del potere”.

Il tempo ci racconterà gli effetti collaterali dello stare insieme a prescindere, a tutti i costi. Fascisti e antifascisti, uno con lo sguardo a destra, l’altro con lo sguardo a sinistra, uno che vuol passare dentro la montagna, l’altro che vuol passare girando intorno alla montagna.

Un vero spettacolo, e soprattutto una risposta a quanti pensavano fosse impossibile, a quanti pensavano che idee così diverse non fossero sovrapponibili.

Ed io tremendamente incuriosito, a conoscere nuove differenze, nuove divergenze che lo stare “insieme” produce e nello stesso tempo essere esse stesse motivo del loro stare “insieme”.

Potrei alla fine arrivare alla conclusione che il Governo unisce, che il potere unisce.

Che spesso le poltrone uniscono più delle idee.

Potrei discernere della ricerca del consenso attraverso il Governo o piuttosto del governare per il consenso e non per il Paese.

No. Io da tempo non seguo più la politica.

Seguo solo, come quello appena raccontato,  i “fenomeni legati alla politica”.

Volevano sbalordirci senza effetti speciali.

Beh!!! ci sono riusciti.