Lettere/di Andrea Coccioli docente “G. Pascoli” Galatina

In questi strani mesi trascorsi con i ragazzi posizionati dall’altra parte dello schermo tutti siamo cresciuti velocemente.

Sono cresciuti i professori che finalmente hanno sperimentato la tecnologia utilizzata in modo massiccio nella didattica cogliendone vantaggi e complicazioni, ma riconoscendone certamente l’importanza.

E’ stato un processo virtuoso utilizzare efficacemente gli strumenti digitali capaci di automatizzare il processo di assegnare compiti, correggere compiti, migliorare procedure di insegnamento e raccolta di dati, esercizi, test a risposte multiple, testa a domande aperte, associazioni di concetti lasciando spazio alla creatività, utilizzando anche il coding per aumentare la propria competenza nella programmazione delle attività di logica. 

Finalmente professori e insegnanti hanno svolto esperienza sul campo dopo anni passati a partecipare a corsi per l’uso dei PC nella didattica o nell’utilizzo di software per la didattica digitale. Per tanti docenti e per molti anni  l’obiettivo della formazione sul digitale è stata una noia mortale, una forzatura del sistema che non si comprendeva.

Tanti docenti hanno ottenuto un certificato, un attestato di partecipazione, un pezzo di carta per allungare il proprio curriculum. Forse non altrettanti avrebbero scommesso sul fatto che sarebbe stata la strada da seguire per innovare la didattica e innovarsi nel proporre una scuola diversa, migliore e più al passo con i tempi.

Ci è voluto un maledetto virus a farci fare un grosso salto in avanti per alzare il livello delle competenze messe in campo e per far maturare la didattica digitale attraverso una pratica massiva sia da parte degli studenti che da parte dei docenti. Molti insegnanti si sono rimboccati le maniche e hanno premuto sull’acceleratore.

Non c’è stata scelta e non sono bastate le pur sempre presenti piccole e fortunatamente timide allerte sindacali a dirci che non era certo quella della didattica on line la strada da seguire. Tanti docenti non si sono fatti intimidire e hanno dato il meglio di loro. Hanno ripreso tutti i loro dispositivi digitali e ci hanno creduto. Si sono aggrappati con tutte le loro forze davanti allo schermo mettendo in pratica in tre mesi quello che non hanno praticato per anni.

Ma chi è andato oltre l’ostacolo e dimostrato una resilienza senza eguali, sono stati i ragazzi. Pochi avrebbero scommesso così tanto su di loro. Passione, dedizione e costanza hanno portato gli studenti a dare il massimo e restare concentrati fino alla fine. Non è stato per nulla semplice.

Stare diverse ore e per tre lunghi mesi davanti allo schermo dello smartphone o del laptop non è stato per nulla semplice e  scontato. I ragazzi hanno preso coscienza che il loro meraviglioso dispositivo digitale non serve solo per giocare a fortnite o a qualche altro gioco on line, non serve solo a postare su instagram o guardare e fare un tik tok, non serve solo a inondare gli amici di whatsapp, ma è servito per fare scuola vera. Tutte le sante mattine si sono alzati, si sono vestiti e si sono posizionati davanti al loro schermi per essere pronti a partecipare ad una lezione on line. Tutte le mattine li aspettavano i professori con lo stesso orario scolastico della prima metà dell’anno. 

Il risultato è che sicuramente siamo tutti pronti per ogni altra situazione di emergenza. Il cambiamento è avvenuto e potrebbe essere un vero peccato non tenerne conto a settembre e nei mesi o anni a venire. Sia chiaro, tutti speriamo di tornare a guardarci negli occhi o a darci una pacca sulla spalla tra i banchi di scuola, ma abbiamo finalmente capito che la digitalizzazione è un processo da capitalizzare, da continuare a utilizzare, anzi da rafforzare.

In questi primi mesi del 2020 abbiamo affrontato lezioni, riunioni, incontri, formazione a distanza che si possono ripetere anche in futuro. Possiamo evitare lunghi e costosi spostamenti in auto. Possiamo continuare, se necessario, decidere la modalità di partecipazione ad una riunione. Possiamo decidere di non percorrere chilometri solo per effettuare un incontro tra docenti.

I ragazzi che si assentano per motivi di salute o per esigenze familiari possono continuare a stare in classe anche se lontani. Possono collegarsi con i loro smartphone, laptop o tablet senza perdere nulla dell’apprendimento, senza dover chiamare gli amici per aggiornarsi sulla lezione persa. I ragazzi, quando è necessario, possono scegliere di  rimanere collegati con la classe da qualunque parte del mondo e sentirsi sempre vicini  ai loro compagni e ai loro professori.

Non ci sono più scuse. Abbiamo sperimentato un sistema alternativo alla presenza fisica. Il bello è che funziona e sappiamo di poterlo utilizzare senza addurre i soliti… si ma…. forse…. però… magari. 

Niente di tutte le scuse sostenute di chi vede nell’innovazione un pericolo per lo status quo. La verità è che ….Si può fare!!!

Non dobbiamo tralasciare un’altra considerazione fondamentale. Questo sistema fa anche bene all’ambiente. E francamente questa è sicuramente un’ottima notizia. 

Le competenze digitali ci hanno fatto comprendere che possiamo lavorare e apprendere in maniera più agile, flessibili. Possiamo incontrare studenti o colleghi grazie ad un collegamento internet e ad un telefono, connessi anche senza necessariamente essere presenti in un luogo fisico. Possiamo invitare a scuola esperti, docenti, formatori che sono fisicamente dall’altra parte del mondo e farli dialogare con i ragazzi.  Con questa modalità operativa condividere esperienze collettive per soddisfare le nostre curiosità culturali.

In tutto questo i ragazzi hanno anche capito l’importanza delle esperienze collettive in presenza. Alla domanda cosa ti manca di più in questi giorni, i ragazzi hanno risposto: l’ambiente scolastico, uscire da casa e incontrare gli amici. Hanno realizzato pienamente che la scuola serve come il pane. serve uscire da casa e socializzare con gli amici, serve tornare a scuola e incontrare i compagni di classe.

Abbiamo sviluppato modalità per misurare il livello di competenza degli insegnanti con le piattaforme informatiche. Abbiamo svolto formazione per aiutare gli insegnanti ad aumentare il livello di competenze digitali. Abbiamo incentivato docenti e studenti ad acquisire competenza nell’uso delle piattaforme informatiche in maniera rapida ed efficace. In questi tre mesi c’è stata un’accelerazione nell’acquisizione di competenze nell’uso del digitale che anni e anni di formazione non era riuscita ad assicurare. 

Abbiamo consentito agli studenti di condividere idee e opinioni tramite l’utilizzo di sondaggi on line.

Ci siamo incontrati regolarmente tra docenti e con i dirigenti scolastici per discutere dei  miglioramenti da attuare e su come analizzare la risposta dei ragazzi. Abbiamo organizzato corsi di autoformazione e confronto tra le esperienze. Abbiamo ascoltato esperti che parlavano ai ragazzi dall’altra parte del mondo. 

Abbiamo finalmente aperto le porte al futuro.

La speranza e l’auspicio è non fare diventare tutto questo un incredibile ricordo da relegare alla storia. 

Sarebbe un errore imperdonabile pensare di non utilizzare il potenziale dell’esperienza maturata in questi mesi, per i giorni a venire.