“Lodevole ed apprezzabile la sua difesa dinanzi al Tar dell’Ospedale indipendentemente dal numero di firme raccolte”

Rubriche/Opinioni/di Veronica Romano

Galatina – Penso che la sua elezione a sindaco, non avrebbe cambiato molto, penso che la sua e della coalizione sconfitta, sia stata una delle cose più difficili e complicate da realizzare.
Che appunto la sconfitta contro il “nulla” sia stata un vero capolavoro.
Condivido però, totalmente, la sua iniziativa, la sua difesa dinanzi al TAR dell’ospedale, contro la sua quasi-chiusura.
Lodevole per il contenuto che va ad affermare un principio sancito dalla Costituzione ma troppo spesso calpestato.
Lodevole e apprezzabile a prescindere dal numero di firme raccolte.
Io non ho firmato, ero fuori, ma condivido tutto e penso avrebbero firmato tutti tranne forse la sola maggioranza che governa la città.
Non avrebbe firmato per paura di turbare gli equilibri di cui è vittima e complice. Sono più interessati agli equilibri che al paese.
Fermi là nelle loro vuote passerelle nelle stanze comunali, senza forza e senza voce, timorosi ed in silenzio, in attesa di qualche appoggio o riconoscenza politica o personale, in attesa di un qualcosa che non arriverà mai.
Non avrei visto nulla di male, se a firmare ci fosse stata anche la maggioranza o anche solo qualcuno della maggioranza, per affermare un principio e un diritto.
Il “riordino” è stato solo il frutto di accordi raggiunti tra le diverse componenti della maggioranza regionale, che ha tenuto o ha dovuto tenere bene in conto clientele, localismi e interessi.
O c’è qualcuno che ancora pensa che il “riordino” sia stato soltanto dettato da esigenze oggettive e fatto nel solo interesse dei cittadini e a prescindere da presenza o meno di “eletti” e “diretti” interessati?
O c’è ancora qualche pazzo disposto a pensare che la localizzazione del nuovo grande ospedale in quel di Melpignano sia del tutto casuale e non sia invece il risultato di trattative ed accordi politici raggiunti a fatica, magari nelle sedi di partito?
Nella “sanità” bisognerebbe cercare il meglio non il proprio, bisognerebbe guardare l’efficienza non l’appartenenza, il merito non la tessera.
Non penso ci sarebbe stato qualcuno al netto della speculazione politica, disposto a non sposare una causa sicuramente nobile e avere almeno una speranza, un desiderio.
Riavere indietro un diritto che era del territorio e che non è stato difeso dalla politica. Spiace sottolineare che una struttura sia pure di “dolore e sofferenza” può far crescere un’ economia, è complicato anche parlarne, ma è così.
Può sviluppare un indotto commerciale, occupazionale, può sviluppare un processo di crescita complessiva per un ampio territorio.
E poi è occasione di consenso e visibilità.
Ecco perché la politica ci mette sempre le mani, per questi e altri motivi, come per fare nomine, organizzare carriere, decidere incarichi.
Nel frattempo la nostra città perde pezzi, nel frattempo restiamo isolati e contenti, continuiamo a perdere finanziamenti importanti per mancanza di contenuti e spessore.
Il tempo ci dirà.
Per ora contiamo i danni, consapevoli che ripararli sarà difficile.
Anzi no, sarà impossibile.