Non andiamo nella verde Umbria, guardiamoci intorno, attenti a chi si professa il “nuovo che avanza”

Rubriche/Opinioni/ di Veronica Romano

All’Umbria, alla rossa Umbria tocca essere ora coinvolta in un’indagine giudiziaria sulla gestione della “sanità” e su quel che una gestione corrotta e deviata della politica ha prodotto.

E noi ogni volta facciamo finta di scandalizzarci, facciamo finta di indignarci pur sapendo che quello è il “sistema”, il “sistema della politica”.
Pur sapendo che non c’è Regione, non c’è Governo, non c’è Comune, non c’è amministrazione pubblica che non sia aderente a quel sistema.
Gli amici da sistemare, il concorso, la commissione fatta per eseguire e non per selezionale il “merito”, solo per seguire le indicazioni, solo per ubbidire.
Solo per dire SI e aspettare poi il corrispettivo politico per quel SI, aspettare di poter parassitariamente lucrare gli effetti illeciti di quel SI.

Commissioni farlocche che servono solo da paravento e in cui finisce sempre per arrivare “primo” l’ indicato dalla politica.
E’ questo il sistema in cui l’Italia è immersa, uscito fuori in alcune Regioni ma presente in tutte le altre e il fatto che non venga fuori non significa che non ci sia.
Corruzione e clientele che fabbricano voti, ci sono ovunque.

Un metodo democristiano largamente condiviso e apprezzato da chi è di volta in volta al potere.
Contestato da chi non è al potere e pronto a farlo proprio, pronto ad applicarlo non appena raggiunto il potere.
Funziona così, una semplice sostituzione delle clientele.

Fanno finta di indignarsi, e gridano, non da soli, tutte le loro diversità, urlano tutte le loro diversità insieme a tutti quelli che daranno una mano a riprendere il filo del discorso da dove gli altri lo hanno lasciato, per cominciare a gestire nello stesso modo con lo stesso metodo, la stessa illegalità.

Senza modificare nulla, anzi custodendolo, continuando a nominare commissioni servili alla politica di turno che eseguono e non valutano.
Il tutto tenuto insieme da una catena di interessi, non per ultimi “sessuali”, ma si sa l’amore unisce anche ciò che la politica divide.

Non andiamo lontano ragazzi, non andiamo nella verde Umbria, guardiamoci intorno, attenti a chi si professa il “nuovo che avanza” attenti a chi si proclama “diverso”. Quasi sempre è vecchio, quasi sempre è peggiore.
Uso immeritatamente una frase che per queste “miserie umane” è sciupata, per queste miserie è sprecata: NON CI RESTA CHE PIANGERE.
O forse no, non ci resta che pregare e sperare che Dio ci salvi da questa politica.