Rubriche/di Luigi Mangia

È nota ed è sorprendente la lotta per il clima dell’ultima generazione contro la politica che non avverte la crisi climatica ed è sorda verso la scienza, la quale ogni giorno illustra i pericoli irreversibili per l’intero pianeta.

La lotta dei giovani, dell’ultima generazione, è creativa e non violenta, si esprime in una sintassi profondamente nuova in cui il corpo diventa messaggio contestativo e radicale nell’indicare gli obbiettivi. Il corpo come comunicazione rompe i limiti dell’ideologia e la sintassi della contestazione rappresentata dal corpo narra un pensiero che porta a cercare l’equilibrio con la natura e ad affermare che l’uomo non è il padrone delle risorse che la Terra ogni giorno offre. La crisi del clima è la fine del modello dei padroni della natura, del capitalismo di rapina, della crisi definitiva dei fossili nella vita politica e sociale dei popoli.

Il corpo dell’attivista Anna è il manifesto del futuro, costruito con la voce del Mediterraneo, degli esclusi e degli invisibili.
L’ho scritto sul mio corpo: stop ai fossili. Non investire più un centesimo in gas, petrolio e carbone. Usare tutti i soldi in azioni urgenti per fermare in tempo il collasso del clima. Lo dice l’attivista Anna nell’intervista di Repubblica del 6 maggio.

Sono richieste chiare e sono obbiettivi precisi. La scelta di usare il corpo nudo, da parte delle donne, è anche la scelta di essere più chiare rispetto alla crisi, per la quale è scaduto il tempo del rinvio di non prendere decisioni vere. Il corpo nudo delle donne in topless vuole indicare tutta la fragilità dell’uomo coinvolto nella crisi del pianeta, in cui vivere ed abitare vuol dire lottare ogni giorno con il pericolo della morte e della malattia. Il corpo della donna è l’inizio della vita nei poteri della natura. Dal seno della donna comincia la scoperta necessaria per l’inizio della relazione dei corpi, fra quello della donna e del suo bambino.

L’IO ha bisogno di essere corpo cioè di essere relazione. Il seno è certezza e la sicurezza della relazione dei corpi. I corpi si sentono con il cuore, si vedono con gli occhi, si scoprono con le mani ed è la donna che insegna ad amare e a rispettare. Amare è sentire l’altro prenderlo per mano non lasciarlo mai solo, aiutarlo quando piange e sente il bisogno di essere conforto di comunità. Il corpo usato come protesta porta verso l’alto il livello del messaggio, tanto da essere una lingua con la forza tale da indicare quel modello di futuro fondato sul rapporto uomo – natura regolato dal rispetto.
Le donne hanno la forza di insegnare ad avere amore e rispetto per la vita, perché la vita comincia nel loro corpo. Brave le donne che hanno capito come lottare e non si lasciano condizionare dalla retorica del buoncostume e hanno la forza di sfidare la morale che non vede la libertà del corpo e per questo lo criminalizza.