Cronaca/ Politica/ di Leonardo Donno

«È stata approvata oggi in Aula a Montecitorio la proposta di legge che riforma il reato di voto di scambio politico-mafioso (art. 416-ter c.p.), già approvata in prima lettura al Senato lo scorso ottobre.

D’ora in poi ripuliamo le campagne elettorali che, anche a Lecce come in altri comuni del Salento, sono diventate oggetto di inchiesta, scandali e arresti di amministratori locali che avrebbero trasformato la corsa alla fascia tricolore in una vera e propria compravendita». Così il portavoce alla Camera dei deputati del Movimento 5 Stelle, Leonardo Donno.

«Per evitare che episodi come questo si ripetano -continua il deputato- in Commissione giustizia alla Camera abbiamo fatto alcune modifiche, accogliendo i suggerimenti degli esperti ascoltati durante le audizioni, così da rendere il testo più chiaro e facilitare il lavoro dei magistrati che andranno ad applicare la norma. Secondo il testo finale, infatti, la promessa di procurare voti deve provenire da soggetti appartenenti alle associazioni mafiose, indipendentemente dal fatto che questa appartenenza sia nota al politico. In alternativa, è sufficiente che il procacciamento dei voti avvenga secondo le modalità mafiose, come già era previsto prima. Il reato sussiste quando il politico stringe un patto con un soggetto – non necessariamente mafioso – che gli assicura voti in cambio di denaro o di qualsiasi altro vantaggio economico (come ad esempio la promessa di altri comportamenti indebiti e vantaggiosi per il clan, come l’assegnazione di appalti, l’assunzione di lavoratori ecc.) sfruttando la forza di intimidazione tipica delle associazioni mafiose. La mafia -incalza Donno- è un tumore pronto a contagiare tutto. Rispetto alle novità introdotte, prevediamo pene giù gravi per chi commette il reato (da 10 a 15, anziché da 6 a 12), un’aggravante speciale nel caso in cui il politico che si è messo d’accordo con il mafioso (o chi per lui) per accaparrarsi i voti, viene poi effettivamente eletto e il daspo a vita per il politico che viene condannato in via definitiva».