Cronaca/di Alleanza Italiana Stop5G

Dopo aver manifestato con convinzione a Roma sabato scorso contro il 5G molti pugliesi guardano ora con attenzione alla protesta di piazza programmata per il 19 settembre 2020 a Lione, in Francia, davanti la sede dell’Agenzia Internazionale per la Ricerca sul Cancro (IARC-OMS).

Giancarlo Vincitorio, referente in Puglia di Alleanza Italiana Stop5G, sabato scorso era sul palco a testimoniare l’impegno dei pugliesi all’iniziativa nazionale di sensibilizzazione a tale tematica.

“Ora stiamo programmando la nostra partecipazione alla manifestazione in Francia – dichiara Vincitorio – a conferma di quanto questo problema del 5G sia globale e mobiliti cittadini ovunque nel mondo. Ciò è altresì conferma anche di quanto esso abbia bisogno di soluzioni certamente a livello internazionale ma anche locale. Quello che abbiamo dimostrato in Puglia è emblematico. Nella sola provincia di Lecce, ad esempio, siamo riusciti a registrare l’impegno contro il 5G di ben 44 sindaci che, con atti amministrativi, hanno vietato la sperimentazione di questa nuova tecnologica nei propri territori interpretando e facendosi carico, in questo modo, di diffuse preoccupazioni e precise volontà registrate tra i cittadini. La volontà popolare va rispettata sempre e soprattutto quando dall’alto si vuole imporre una sorta di dittatura tecnologica che dà certezze economiche a lucrose aziende multinazionali e lobbisti ma dà anche immense preoccupazioni per salute e ambiente ai cittadini per la mancanza di risultati medico-scientifici sugli effetti prodotti da questa frettolosa sperimentazione purtroppo già in atto in molte aree d’Italia. La speranza è che la Puglia diventi zona Free, cioè anti 5G.”.

Vincitorio spiega la scelta di protestare davanti all’Agenzia Internazionale per la Ricerca sul Cancro. “Esistono gravi dubbi sulla pericolosità del 5G per conseguenze addirittura cancerogene sulla salute di ogni essere vivente del pianeta. La scelta di protestare dinanzi all’IARC-OMS è un modo per evidenziare questi rischi e sensibilizzare tutti, scienziati e politici, a fare le scelte giuste rispettato il principio di precauzione. Cioè, in attesa di certezza incontestabili in termini di sicurezza ambientale e della salute umana, non si autorizza alcun impianto con tecnologia 5G”.