Si parte dal prezzo dell’offerta di 646.898 euro. Basta superarla di un centesimo per aggiudicarsi l’immobile.

Cronaca/ di p.z.

L’iter della vendita e conseguente assegnazione dell’ex carcere mandamentale è ormai alle battute finali. L’immobile faceva parte del Piano delle alienazioni. La sua valutazione alle origini era stata di circa 1.200.000 euro.

poi pian piano, gara dopo gara deserta, il suo prezzo si è via via sgonfiato. L’ultima stima posta a base di gara era stato di 808.623 euro, con possibilità di offerte al ribasso.

Alla scadenza dei termini, il 29 agosto 2019 l’unica offerta pervenuta presentava un importo offerto di 646.898,40 euro ossia un prezzo inferiore a quello a base d’asta.

Come previsto dall’avviso di gara, l’offerta doveva essere sottoposta ad una valutazione in relazione alla congruità e alla convenienza, e, in caso di positiva
valutazione, posta a base di nuova procedura di gara.
L’incarico per la valutazione, tra la meraviglia di tutti che pensavano all’Ufficio Tecnico Erariale, è stato, invece, affidato ad un professionista privato: l’Arch. Francesco Greco.

Non si capisce bene se l’arch. Miglietta lo abbia scelto a fiuto oppure con estrazione a sorte tra gli iscritti all’Albo oppure, terza ipotesi- per conoscenza diretta.

Il 26 settembre 2019 il professionista ha fatto pervenire all’Amministrazione la propria valutazione, dalla quale è emerso (non avevamo alcun dubbio in merito) che l’offerta risultava essere congrua, smentendo ed irridendo, così, le stesse stime che il Dirigente del Comune aveva fatto dell’immobile. Personalmente ritengo sia vero il contrario ma ciò ha poca importanza.

Essendo l’offerta congrua per il professionista figuriamoci se non dovesse essere ritenuta “conveniente” per l’Amministrazione comunale che pertanto ha dato il via alla fase successiva che consiste in una nuova trattativa
privata, aperta a tutti i soggetti interessati, ponendo a base d’asta il valore dell’offerta pervenuta.

Sarà quindi assegnato un nuovo termine di 30 giorni per la formulazione delle relative offerte in aumento che qualora non dovessero esserci l’ex carcere, donnine artistiche discinte comprese, passeranno nella proprietà della Società Francesco Farì & Figli srl di Surbo.