Rubriche/Opinioni/di Gino Veneziano

Di fronte alla spinta dei Governatori di Lombardia e Veneto di voler aprire e dare un impulso a tutto il vivere civile delle loro Regioni, il Presidente Conte ha riunito gli esperti sanitari e tutti i Governatori delle Regioni.

Scopo della riunione è stato quello di ottenere una decisione unanime ed alla fine  si è convenuto di ripartire non piu’ il 15 o il 25 maggio ma il 4 maggio rispettando delle regole in corso di emanazione.

Tutte le Regioni avranno, quindi, nuova libertà nel movimento tra privati, nel lavoro, nel rapporto tra Regioni e nei trasporti.

Forse sarebbe stato piu’ semplice dire “ Dal 4 Maggio si riapre tutto e si torna alla vita sociale com’era nello scorso Gennaio”. Quasi tutti gli esperti hanno increspato il naso non contenti di questo azzardo, ma ha predominato la volontà politica del Presidente e di tutti i Governatori nella decisione suddetta a cui tutti i cittadini dovranno obbedire.

Ma il nuovo pericolo che incombe è se in Autunno ci sarà un ritorno del Corona virus o anche di Focolai portatori di una nuova ondata pandemica. Si fanno preghiere che non avvenga.

In questi giorni l’impegno dei Tecnici Sanitari è stato quello di dare un ordine alle libertà di tutti ed in specie nella riapertura dei processi produttivi salvaguardando la salute dei lavoratori quale patrimonio centrale delle aziende ed i comportamenti dei cittadini in casa, per strada e nei contatti con terzi.

Ma nell’opinione pubblica italiana è ancora vivo il dolore dell’accaduto in tantissime Residenze Socio-Sanitarie Assistenziali  (RSSA), nelle Residenze Sanitarie Assistenziali (RSA), in  Case di Riposo (CDR) ed in alcune Cliniche Private convenzionate.

Un esempio vicino a noi è dato dall’accaduto nella RSSA “ La Fontanella” a Soleto su sta indagando la Magistratura. Il lavoro dei Tecnici Sanitari sarà agevolato dalla maggiore esperienza fatta in tantissimi Ospedali Regionali e Nazionali nel fronteggiare l’eventuale comparsa di ritorno di questo virus.

Purtroppo si è visto che in tantissime RSSA, RSA, CDR è venuta alla luce una inesperienza, una negligenza,una carenza di personale idoneo che ha causato la morte di tantissimi anziani lasciando nei parenti un dolore trasferito in denunce all’Autorità Giudiziaria.

In Puglia le strutture Private Residenziali e Semiresidenziali  sono almeno 400 con almeno 9.000 addetti ad accudire ben 40.000 degenti. Ma ha impressionato di più’ le decine di altre strutture che fanno la fila da mesi in attesa che la Regione Puglia o le respinga o le accetti e stipuli una convenzione per il pagamento della quota parte pubblica delle rette di partecipazione.

Su questo punto dolente eminenti sociologhi, direttori di Istituti Farmacologici, Economisti quali Giuseppe Remuzzi con il suo libro “ LA SALUTE (NON) E’ IN VENDITA”, Walter Ricciardi con “ LA BATTAGLIA PER LA SALUTE” ed anche Gianfranco Viesti hanno aperto il sipario su un punto sempre sorvolato dalla politica e cioè’ la Nostra Costituzione.

Essa prevede che il diritto alla salute, inteso come aiuto a stare bene ed allungare la vita  ai cittadini di tutte le età, è garantito in esclusiva dal PUBBLICO INTERVENTO e solo in casi particolari delegato in parte alle strutture private.

Le pubblicazioni citate squarciano il velo sul danno fatto dalla riforma che abolì’ il sistema Sanitario unico governativo e lo fece diventare regionale con la ovvia frammentazione della Sanità. Analizzando gli ultimi 30 anni,  si è vista l’inadeguatezza della classe politica messa a governarla.

Esempio lampante oggi è vedere la Lombardia vantata dalla Destra Politica come perla lucente si è dimostrata purtroppo in tutto il suo fallimento con centinaia  di morti ed il ritorno sulla scena del Pio Albergo Trivulzio già vivo nei nostri ricordi ai tempi di Mani Pulite.

Oggi il cittadino vede la Sanità Pubblica con posti letto sottodimensionati, poca assistenza territoriale, chiusura di reparti a casaccio ecc. e poi si chiede il perché  delle  tante  richieste di aprire nuove Residenze Private da aggiungere a quelle già esistenti.

Ogni giorno si assiste al grido di dolore dei tanti operatori sanitari per la carenza anche dell’essenziale e nel contempo all’annullamento di molti reparti forieri della prossima chiusura degli stessi Ospedali con la scusa che sono vecchi, cadenti e non adeguati ai tempi moderni.

Risorse economiche per il recupero degli stessi non  sono mai disponibili però quelle per la edificazione in Puglia di tre nuovi nosocomi di zecca ci stanno e ci vorranno  almeno 10 anni perché entrino in funzione e nel frattempo gli ammalati potranno morire.

A luglio in molte regioni forse ci saranno nuove Elezioni ed i nuovi Governatori speriamo limitino il proliferare delle strutture private. In particolare in Puglia l’eletto dia quella risposta sempre negata alle 8.000 firme di cittadini dell’hinterland raccolte con tanto impegno da Giampiero De Pascalis contro la chiusura di molti reparti dell’Ospedale di Galatina.

E’ notoria l’attuale tendenza del Governatore Emiliano nel voler continuare sulla strada della limitazione della Sanità Pubblica. Una sua vittoria sarà il peggior danno che potrebbe subire la Puglia.

I Pugliesi sperano che non siano rieletti  tutti quei politici che hanno assecondato gli ordini di Emiliano in questi 5 anni e vinca una nuova leva di amministratori giovani che intendano la Sanità come BENE PUBBLICO PRIMARIO e dedichino un controllo costante di tutte le RSSA,RSA,CDR e Cliniche Private Convenzionate presenti sul territorio. delegando esclusivamente i Sindaci, con loro responsabilità diretta in caso di inadempienze.