Rubriche/Opinioni/di Piero D’Errico

Galatina – Passata la “tempesta imperfetta” con il chiacchiericcio conseguente.

Affogata l’amarezza che pur non mi si vedeva, “tranquilli tutti, nella  foto, sono quello in mezzo che sta shakerando” e la musica di sottofondo è un noto ritmo caraibico.

Passato tutto quanto tra la gioia di chi personalizza il “successone” attribuendosi come propri anche i voti di giro.

Dicevo tra tante cose passate, una cosa resta inchiodata nella mia mente e nella mente di tanti altri: quella di dover aiutare con tutta la forza che in noi c’è, Marcello Amante, farci sentire più vicini se ancora si può,  e andare a  VINCERE.

Ci tocca fare lo spareggio, tra un po’.

Come prevedivile, anche se non da tutti, al primo turno nessuna coalizione è riuscita a raggiungere il “quorum” e la campagna elettorale riprende.

Riprende da dove l’avevamo lasciata, da una parte i soci del club  “nu n’iti fattu nienti” dall’altra chi cerca di riempire di contenuti quel “niente” finale.

Sarà un confronto politico tra due candidati, tra due programmi  con contenuti diversi  che attendono d’ essere messi a terra  almeno nelle parti scritte guardando in faccia la realtà più che i sogni di cui son piene paginate intere della “concorrenza”.

Succederà che tutti i candidati comunemente chiamati “riempitivi” che non si sono neanche accorti di essere candidati    e che stavano in campagna elettorale giusto per numero, per far assoporare il brivido del “campo largo”, non si sentiranno più impegnati e non avendo scelto né per convinzione, né per appartenenza, tornerano ad essere “liberi”.

Liberi di fare scelte diverse, di votare per un Sindaco che potrà essere anche diverso da quello della loro coalizione originaria,  non essendo stata la loro, come già detto,  una scelta dettata da  una condivisione ma un “favore”.

Vincerà la coalizione più politicamente strutturata, organizzata, quella con meno “candidati per caso”, quella che ha più in sé il senso dell’appartenenza, il senso dell’essere squadra, il senso dell’unità per raggiungere un progetto, un obbiettivo condiviso.

Vincerà la coalizione, più affiatata, costruita attorno ad un’idea e non attorno ad una filiera di nomi, cognomi e soprannomi che si sfilacceranno al grido “liberi tutti”.

Il resto poi appartiene a “La Sandra” il pallino è tornato a Lei alla sua capacità politica di tenere unito e compatto il suo “popolo” portandolo, e diversamente non potrebbe essere, in un centro moderato che guarda a sinistra, rappresentato inequivocabilmente  dalla coalizione di Marcello AMANTE.

E lei, troppo intelligente per non capire di non poter portare il   suo elettorato tra fascisti, leghisti, trasformisti, compagni pentiti e socialisti nascosti.

Un’ ammucchiata di cui sicuramente non si sente la mancanza e men che mai la necessità.