Sotto accusa Dollorenzo Luigi e Giuseppe Chiariatti. Sotto inchiesta è finito anche il figlio del Dollorenzo, Bruno, per un’ ipotesi di truffa aggravata ai danni della Regione Puglia a cui avrebbe contribuito anche un altro galatinese, Roberto Cenci.  

Tribunale lecceCronaca/ di Redazione

Sogliano Cavour – Dopo una complessa serie di indagini, coordinata dal sostituto procuratore Francesca Miglietta,  che  hanno investito accertamenti di rilievo economico e patrimoniale sono crollate addosso all’imprenditare di Sogliano Cavour Luigi Dollorenzo l’accusa di usura aggravata ed esercizio abusivo dell’attività finanziaria. Le contestazioni sono contenute nell’avviso di chiusura inchiesta in cui compaiono anche i nomi del figlio Bruno, di Giuseppe Chiariatti, entrambi di Sogliano Cavour e del galatinese Roberto Cenci.

I finanzieri del Nucleo di Polizia tributaria di Lecce unitamente a quelli della Compagnia Maglie hanno acquisito i conti correnti degli indagati rilevando una corposa mole di cambi assegni e ascoltato decine e decine di imprenditori da cui sarebbe emerso un vorticoso giro di usura nonostante molti titolari di attività commerciali, ascoltati a sommarie informazioni, abbiano negato di aver ottenuto prestiti a strozzo.

Il Dollorenzo, insieme a Giuseppe Chiariatti, avrebbe concesso finanziamenti a decine e decine di cittadini in assenza delle necessarie autorizzazioni considerato un reato spia dell’usura. L’imprenditore avrebbe anche occultato tutte le scritture contabili della sua azienda probabilmente per impedire la ricostruzione del patrimonio. In questo modo avrebbe così “dimenticato” di presentare le dichiarazioni dei redditi dal 2008 al 2011 con un’ evasione di iva evasa per decine i migliaia di euro.

Sotto inchiesta è finito anche il figlio Bruno. L’accusa ipotizzata nei suoi confronti è quella di truffa aggravata ai danni della Regione Puglia. Il Dollorenzo Bruno avrebbe ottenuto, secondo gli inquirenti, un finanziamento pubblico per un progetto denominato “la Bussola”, un Centro socio educativo per disabili ma nelle pratiche, finalizzate ad ottenere il contributo, avrebbe attestato acquisti di macchinari per un importo di 30mila euro tra le spese relative al programma di investimento allegando una fattura falsa emessa da Roberto Cenci.

Il nome del Dollorenzo Bruno si incrocia anche con un’altra inchiesta. Nell’aprile del 2014 l’uomo fini agli arresti domiciliari per presunti maltrattamenti compiuti in una comunità di recupero per minorenni di cui era il direttore.