Rubriche/Editoriale/di pietro zurico

Corre voce, ma trattasi di voci attendibilissime, che il neo presidente della ASD Galatina, Giorgio Cafaro, prima di subentrare nella gestione del campo sportivo comunale “Pippi Specchia” abbia dovuto “scontrarsi” con dei severi, ma solo parzialmente legittimi, aut aut da parte del dirigente dei Lavori Pubblici, arch. Miglietta.

Avendolo in passato conosciuto come tecnico flessibile e malleabile in modo particolare sulla gestione degli impianti sportivi comunali abbiamo approfondito la vicenda.

Il Dirigente, per la prima volta, e bisogna dire finalmente (forse perché si sta pian piano cominciando a scoperchiare il vaso di Pandora?) ha preteso, prima di consegnare le chiavi dello stadio che il neo presidente della Società presentasse, come è giusto che fosse e come previsto dalla convenzione, una fidejussione bancaria (o assicurativa) unitamente alla certificazione attestante la voltura delle utenze a nome della Società.

Fin qua, se non ci fosse una enciclopedia di omissioni sia nel passato remoto che prossimo, ci sarebbe stato da dirgli finalmente bravo, ma è quel passato che pesa come un’enorme macigno ed è così pesante che la punizione di Zeus ad Atlante appare uno scherzetto.

Il Dirigente per ottemperare alle disposizioni della Giunta Comunale che ha deliberato la concessione del Pippi Specchia alla ASD Galatina, avrebbe preteso che la nuova gestione della Società si accollasse anche il debito pregresso del vecchio gestore. Si afferma che si aggirasse sui 2.400 euro derivanti da canoni di utenze anticipati dal Comune e mai dallo stesso recuperati.

Qui gli interrogativi cominciano a piovere come grandine e per l’attuale sindaco Fabio Vergine, nonché l’assessore ai Lavori Pubblici Carmine Perrone ed il consigliere con delega allo sport Francesco Sabato, sarebbe auspicabile che intervenissero per verificare i fatti e poi trarre le dovute conclusioni.

Torniamo ai 2.400 euro perché questa sola richiesta, se fosse vera, ma non abbiamo motivo di dubitarne, metterebbe a nudo un insieme di colpe di cui il Dirigente, unitamente al funzionario responsabile del settore ed all’assessore al ramo (e ritorna in gioco l’ex assessore Tundo coinvolta in vicende analoghe con il campo sportivo di Noha di cui all’interrogazione consiliare) si sarebbero macchiati.

Non si può, infatti fare a meno, di pensare che risulta assai strano che l’arch. Miglietta chieda il pagamento delle utenze alla nuova gestione perché ciò farebbe chiaramente intendere che in passato sia stata concessa l’autorizzazione all’uso dell’impianto senza che fosse perfezionata la procedura di assegnazione. Se, infatti, il Dirigente, e chi insieme a lui o per lui, avessero preteso, come da convenzione, dalla vecchia dirigenza la consegna della polizza fidejussoria a favore del Comune o del deposito cauzionale, non sarebbe sorta sulla somma alcuna recriminazione tra le parti oggi in causa, in quanto il coobbligato fideiussorio avrebbe dovuto sostituirsi nel pagamento.

Se così non è stato si deve desumere che vi sia stata già una prima grave colpa da parte del Dirigente. La seconda grave colpa è da ravvisarsi nel non aver preteso prima di concedere l’utilizzo del Campo sportivo la certificazione dell’avvenuta voltura delle utenze anch’essa prevista nelle clausole contrattuali. Ciò ha comportato che l’utenza rimanesse intestata al Comune e le fatture giungessero intestate al Comune che lo stesso ha sempre pagato quanto non dovuto e senza il successivo recupero delle somme contrariamente a quanto scritto nella determina di autorizzazione al pagamento.

Oggi si scoprirebbe tutto ad un tratto che verso la nuova gestione societaria il dirigente Miglietta si sarebbe presentato con un nuovo look legalitario probabilmente eccessivo tanto da aver preteso anche ciò che non avrebbe dovuto chiedere in quanto frutto di colpa specifica sua e di parte del suo staff. Ci sta da ridere o incazzarsi di brutto, io per vari motivi rido ma ci sta chi è incazzato di brutto.

L’augurio è ora quello che questa solerzia, questa nuova immagine legalitaria di Miglietta operi a 360° e faccia piazza pulita di tutto quel marciume che è stato fatto fiorire e prosperare intorno alla gestione degli impianti sportivi comunali. Magari, ad esempio, prima di firmare il contratto di sponsorizzazione del Palazzetto dello Sport, andasse a verificare la situazione di morosità o meno nei confronti del Comune (e non solo la morosità) di qualche Società del gruppo vincitore della gara. E magari, già che si trova potrebbe dare anche una lettura sia all’art. 9 comma 3 del “Regolamento per l’uso e la Gestione degli Impianti sportivi” e sia alle sentenze della Magistratura amministrativa per capire le motivazioni per le quali ha respinto le rilevanze relative alla morosità e la inidoneità ad essere corretti gestori di una struttura pubblica. Si ricorda quando sulla materia non consegnò alla consigliera Carrozzini la dovuta documentazione da lei richiesta tramite accesso agli atti? Fece trascorrere oltre sei mesi per finire col non consegnare nulla. Ecco cominci da lì, poi ripassi l’art. 9 del citato Regolamento e poi finisca con la lettura delle motivazioni a base delle sentenze.

Siccome, però, mi scusi se dubito arch. Miglietta, se lei non lo ha fatto nel passato difficilmente credo metterà mano ora in tutto quel marasma per metterci ordine e pulizia, ed allora invito nuovamente il Sindaco, l’Assessore ai lavori Pubblici, il delegato allo allo Sport e tutti i consiglieri comunali che abbiano a cuore l’amore per la verità e la giustizia che si sostituiscano alla burocrazia (che ne direste di un’altra bella Commissione Speciale sul tema?) e procedano perché non è giusto che sia sempre il cittadino a dover pagare per gli errori altrui. Servisse qualche documento in proposito può fornirlo anche il Sedile.