Cronaca/Politica/ di Comunicato Stampa.

La Fruendo srl è una New company nata a gennaio 2014 per un progetto di ristrutturazione aziendale del gruppo Banca Monte dei Paschi di Siena che conta circa 750 dipendenti fra diverse sedi di Roma (118), Lecce(157), Siena(174), Firenze(138), Mantova(107), Abbiategrasso(41) e Padova(68), fra cui anche lavoratori appartenenti alle categorie protette.

Si tratta di lavoratori che dal primo gennaio 2014 sono stati “esternalizzati”, passando di fatto dall’occupazione in Banca alla Fruendo srl, senza alcuna richiesta di parere agli stessi interessati.

Degli originari 1066 e ad oggi 750 dipendenti coinvolti, 450 hanno presentano ricorso. In questa circostanza l’operazione di spin-off aziendale, costituita originariamente dalla società “Accenture” nella misura del 40% e dalla società Bassilichi per il restante 60%, ma che ad oggi vede un assetto societario mutato nel 90% Accenture e 10% Bassilichi è stata considerata illegittima da ben due gradi di giudizio nei tribunali di Siena, Mantova, Firenze, Milano, Padova, Roma e Lecce.

Senza considerare poi la sentenza della Cassazione che si è già pronunciata negli anni passati su altre vertenze analoghe, “punendo” senza esitazione tutti quei datori di Lavoro che hanno strumentalmente creato “inesistenti rami d’azienda” allo scopo non di efficientare la gestione aziendale, ma di espellere dal perimetro aziendale i lavoratori, come in questo caso.

Ad oggi dunque ancora nessun lavoratore ha ottenuto il reintegro in banca MPS e non resta che attendere la pronuncia della Cassazione la cui data è, chiaramente, incerta. Di più: ad oggi i 750 dipendenti esternalizzati non hanno ricevuto alcuna garanzia sul futuro lavorativo. Di fatto potrebbero dover cambiare sede lavorativa, mansioni professionali o incappare in cambi contrattuali coercitivi.

A sposare la battaglia dei 750 dipendenti in questione è stato il consigliere regionale pugliese Cristian Casili. Nelle scorse ore poi si è aggiunto un tassello importante: l’interrogazione con risposta immediata presentata dal parlamentare pentastellato salentino Leonardo Donno al Ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali, Nunzia Catalfo. 
Bisogna infatti evidenziare come, dopo le note vicende di cronaca che hanno visto il crollo della Banca, l’azionista di maggioranza del Gruppo Montepaschi è lo Stato italiano che detiene complessivamente il 68,2% del capitale sociale, con la partecipazione diretta del Ministero dell’economia e delle finanze. Da oltre cinque anni, si diceva, è in atto un contenzioso legale fra gli stessi lavoratori e lo Stato nella veste di principale azionista della Banca Monte dei Paschi di Siena. 

«Ho deciso di porre la vertenza all’attenzione del Ministro -spiega Donno- rimarcando quanto sia opportuno e impellente optare per un immediato intervento sanatorio ai contenziosi onerosi in atto, evitando al contempo l’adozione di ulteriori future azioni risarcitorie e scongiurando un importante sperpero di denaro pubblico».