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La riapertura di ristoranti, trattorie, osterie, agriturismi, cantine e bar e la ripresa delle esportazioni hanno riattivato gli sbocchi di vendita del vino pugliese che nel canale Ho.Re.Ca., nell’enoturismo e nell’export vale oltre 1 miliardo di euro l’anno, a regime.

E’ quanto afferma Coldiretti Puglia nel sottolineare che con la fine del lungo periodo di chiusura vanno promosse le 27 DOC, 4 DOCG e 6 IGP denominazioni di vino Made in Italy che offre la Puglia che da gennaio a marzo 2020 segnava un aumento dell’esportazioni del 20% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, secondo i dati ISTAT – Coeweb.

“La Puglia è una delle 5 regioni dove si registra un incremento sensibile delle performance delle Indicazioni Geografiche del vino, pari a 142milioni di euro, con la provincia di Taranto che aveva tirato  la volata – fino al periodo pre-covid – con 42 milioni di euro in più rispetto all’anno precedente”, commenta Savino Muraglia, presidente di Coldiretti Puglia. “Sul fronte della qualità sono in forte sviluppo e ascesa – rimarca Gianni Cantele, responsabile della Consulta Vitivinicola regionale di Coldiretti Puglia – i vini della Puglia con 1 bottiglia su 4, pari al 25% della produzione regionale, con denominazioni DOP o IGP.

E bisogna dare risposte certe e concrete alla grande perdita subita proprio dai vini di qualità. La lenta ripresa di ristoranti e alberghi era un appuntamento molto atteso dagli operatori di un settore dal quale nascono, dalla vigna al tavolo, prodotti apprezzati ed esportati in tutto il mondo, con un risvolto occupazionale importante.

Il ‘Puglia Igt’ crea 16,5 milioni ore di lavoro all’anno, con un altro vitigno pugliese al decimo posto della top ten nazionale, il Castel Del Monte Doc, con 9,4 milioni di ore lavorate nella provincia di Bari.