Cronaca/di Coldiretti Puglia

Il primo aggiornamento del nuovo monitoraggio 2019, partito il 5 agosto scorso, registra il ritrovamento di 61 nuovi olivi positivi in 8 diversi comuni delle provincie di Brindisi e Taranto, con 2 nuove piante infette a Fasano, 1 a Ostuni, 1 San Michele Salentino, 1 a Francavilla Fontana, 15 a Carovigno, 20 a Ceglie Messapica, 6 a San Marzano di San Giuseppe, 15 a Montemesola, con un preoccupante intensificarsi della malattia in provincia di Taranto, commenta Coldiretti Puglia, con la virata verso Matera.

La Xylella nella zona di contenimento ha continuato ad infettare ulivi, tutti prossimi alle piante positive ritrovate con il monitoraggio 2017/18 ad Ostuni – aggiunge Coldiretti Puglia – ovvero quando il focolaio ricadeva in zona cuscinetto e quindi le norme comunitarie imponevano l’abbattimento delle piante ospiti ricadenti nel raggio dei 100 metri. “Evidentemente se fosse stata applicata per tempo e alla lettera la normativa comunitaria – aggiunge il presidente Muraglia – il focolaio sarebbe stato estinto, piuttosto che risultare ad oggi ancora attivo, con piante malate che costituiscono fonte di inoculo e diffusione ulteriore della Xylella”.

“Nell’area di Fasano, Ostuni, Carovigno e Monopoli sono presenti 250mila ulivi, esemplari di pregio straordinario – incalza il presidente Muraglia – che potrebbe  fregiarsi della prestigiosa dichiarazione di ‘sito patrimonio dell’Unesco’, azione per cui abbiamo sostenuto il percorso di riconoscimento della Piana degli ulivi monumentali quale patrimonio dell’Unesco. E’ impensabile che questo immenso patrimonio vada perduto”.

“Va recuperato il ritardo della Regione Puglia sul protocollo per regolamentare la pratica degli innesti per salvare gli ulivi monumentali. L’innesto, soprattutto in un’area dove non è possibile capitozzare gli ulivi – può rappresentare una speranza per il mondo produttivo olivicolo-oleario, ma soprattutto può rappresentare la speranza della tutela paesaggistica della Piana degli Ulivi Secolari e del Salento, attraverso un protocollo tecnico di utilizzo, in modo da avere riferimenti chiari”, conclude il presidente Muraglia.