Cronaca/di pietro zurico

Cera una volta…Cominciavano sempre così le belle favole della nonna.

Come le nostre nonne inizio anch’io allo stesso modo. C’era una volta la gara d’appalto per l’assegnazione di servizi, lavori, progettazioni e quant’altro con il criterio del prezzo più basso o quello dell’offerta economicamente più vantaggiosa per l’Amministrazione comunale.

Gli aspiranti aggiudicatari si scatenavano in una vera e propria guerra al ribasso. Assistevamo a ribassi da capogiro, in alcuni casi si raggiungevano, addirittura, percentuale del 27-30%.

Mi chiedevo, allora, se questi imprenditori e/o professionisti, lavorassero gratis o se fosse loro sufficiente il solo titolo di essere stato dichiarato vincitore di una gara pubblica. Una specie di valore curriculare aggiunto.

La seconda di queste due ipotesi era veramente una pazza idea perché, praticamente, quel che restava al netto del ribasso non copriva neanche i costi che l’impresa avrebbe dovuto sostenere per realizzare l’opera.

Si era quindi portati a pensare, più logicamente, che forse gatta ci covava. Infatti dopo un po’ di tempo cominciavano già a piovere richieste di revisione dei prezzi, modifiche al progetto originario e succedeva così che progetti nati per essere realizzati con poche centinaia di migliaia di euro (o di lire) finivano col diventare milioni.

Un esempio per tutti la palestra di via Montinari. Dalle originarie 300.000 lire a lavori finiti costò 1.300.000. Potremmo fare decine di questi esempi anche perché grazie al proliferare di situazioni “impreviste ed imprevedibili” che portavano a continue rimodulazioni di progetti e piano economico fiorivano fior di leggende metropolitane.

Ai nostri giorni, ironia della sorte (?), siamo passati esattamente all’opposto. Porto, come esempio, due tra le ultime determinazioni su cui riflettere e chiedersi perché stia succedendo e come si potrebbe, solo e soltanto volendo, ovviare spostando il risparmio su migliorie all’opera.

Le determinazioni in oggetto sono la n. 261 del 18 aprile 2023 e la 268 del 19 aprile 2023.

La prima ha per oggetto l’affidamento del “servizio di redazione progettazione definitiva ed esecutiva, direzione lavori, coordinamento della sicurezza in fase di esecuzione per l’intervento di ampliamento del centro comunale di raccolta differenziata dei Rifiuti Solidi Urbani ed assimilati nel quartiere fieristico del comune di Galatina”. Importo a base d’asta 29.000 euro.

La seconda ha per oggetto l’affidamento dell’appalto per l’esecuzione del “servizio di verifica dei progetti di fattibilità tecnica ed economica, definitivi ed esecutivi di supporto alla validazione dei progetti per diversi interventi inseriti nel programma triennale delle opere pubbliche mediante lo strumento dell’accordo quadro”. Importo a base d’asta 51.215,71

Cos’hanno in comune le due determinazioni? Presto detto. Per fornire un’offerta è stata invitata una sola ditta. Nel primo caso la ASTRA ENGINEERING SRL e nel secondo caso la “PMG Engineering
SRL”.

Ambedue le imprese hanno presentato ribasso d’asta di uno striminzito 1% e non avrebbe potuto essere diversamente vista l’assenza totale di concorrenza. Chi glielo faceva fare? Pertanto la prima si è aggiudicata la gara per un importo di € 26.730,00 e la seconda per un importo di € 50.708,62.

Chissà mai perché per i nostri Uffici ed i loro preposti, politici di prima e seconda linea (non in ordine di importanza), è sempre così difficile individuare una via di mezzo più idonea. Nello specifico avrebbe potuto essere l’invito a più operatori economici a presentare un’offerta in modo tale da avere a disposizione un ventaglio più ampio e diversificato.

Nulla di illegale sia ben chiaro ma anche nella legalità non si potrebbe operare ancor di più e meglio nell’interesse della città? E che non si tiri in ballo la solita manfrina dei tempi tecnici.