21 famiglie confidano in lei e la sua sensibiltà.

San Francesco1S. Francesco2Cronaca/ di pietro zurico

Galatina – 21 famiglie sono finite in serie nei guai ed in serie difficoltà economiche grazie all’improvvida leggerezza della cooperativa San Francesco di Ugento, quella che, in seguito a regolare bando di gara fatto dall’Ambito Territoriale Sociale e risultata vincitrice della gestione del servizio di Assistenza Domiciliare Integrata agli anziani.

Resta ora la speranza che l’assessore al Welfare dott. Antonio Palumbo, come è nelle sue corde, prenda a cuore l’intera vicenda e trovi una soluzione, con la sua esperienza e sensibilità, che dia in breve uno sbocco ed un minimo di serenità a questi 21 lavoratori e loro famiglie.

In breve i fatti. Nelle more di dare il via ai lavori appaltati, la S. Francesco ha convocato i lavoratori, già al servizio del precedente gestore ed al momento percettori di assegno di disoccupazione, e li stimola ad interrompere lo stato di disoccupazione per non perdere la priorità ed il diritto alla conservazione del proprio posto di lavoro e ritornare in breve al servizio con il nuovo gestore.

L’invito è raccolto dai lavoratori e, come riferito dagli stessi, viene sottoscritto il contratto di nuova assunzione che rispetta le clausole di quanto riportato nel bando di gara sia per numero di ore lavorative che per importo.

Trattasi di 15 ore settimanali per un compenso di 8,39 euro l’ora. Condizioni contrattuali più dettagliate le trovate nell’immagine in alto a sinistra. Sembrava tutto a posto ma….. ad inizio lavoro il contratto sottoscritto in precedenza va a farsi benedire e salta tutto in aria.

La Società richiama i lavoratori e comunica loro che l’ipotetico monte ore da finanziare è stato considerevolmente ridotto e pertanto l’impegno contrattuale delle 15 ore settimanali non può essere rispettato. La nuova ripartizione oltretutto, riferiscono alcuni lavoratori, è stata fatta in maniera difforme e differenziata avendo subito tagli di diversi entità tra vari lavoratori e per alcuni di essi il monte ore sarebbe stato ridotto addirittura a zero ore.

Si può capire benissimo come allo stupore iniziale si sia aggiunta immediatamente la rabbia principalmente perché per alcuni lavoratori quello costituisce l’unica fonte di sostentamento familiare. Al danno si quindi è unita la beffa. La Società ha fatto rinunciare a circa 900 euro di disoccupazione per farli ritrovare poi quasi con un pugno di mosche tra le mani.

Come può mai essere successo tutto ciò? Come può un datore di lavoro ripartire un monte ore di lavoro  senza conoscere neanche la sua effettiva consistenza? Come può far perdere un assegno di disoccupazione senza sapere neanche cosa sta offrendo in alternativa a quei lavoratori? Con quali criteri ha selezionato a chi tra gli stessi lavoratori andavano assegnate dieci ore settimanali o 5 o nessuna? Il colore dei capelli, l’altezza, gli occhi o che altro?

Cose da fantascienza nonché di straordinario menefreghismo verso i bisogni e la dignità dei lavoratori. Ripetiamo l’invito all’assessore Palumbo a farsi carico dei problemi e delle necessità di questi lavoratori e delle loro famiglie dando una risposta pronta e responsabile come sicuramente è in grado di dare e confidiamo che sicuramente darà.

In fondo chiedono soltanto di poter tornare a lavorare dignitosamente ed onestamente senza veder calpestato il loro ruolo di lavoratori, padri e madri di famiglia.