Il Natale dei miei ricordi quello che ormai non c’è più.
Rubriche/di Piero D’Errico
Forse perché sono cresciuto con un Natale che non c’è più e in un mondo che non c’è più, tra tradizione, sobrietà e famiglia.
Il Natale dei miei ricordi quello che ormai non c’è più.
Rubriche/di Piero D’Errico
Forse perché sono cresciuto con un Natale che non c’è più e in un mondo che non c’è più, tra tradizione, sobrietà e famiglia.
Rubriche/di Piero D’Errico
Arrivava solo qualcosa delle decine di cose elencate in quella bella letterina scritta a Babbo Natale, senza neanche un errore, senza cancellature, senza una macchia di inchiostro.
Rubriche/di Piero D’Errico
Se la datazione temporale del mondo si divide in prima e dopo Cristo, la datazione temporale della mia giovinezza si divide in prima e dopo i Beatles.
Rubriche/di Piero D’Errico
Quell’estate mi trovò quasi sempre seduto davanti a un bar di fronte al mare con una penna e dei fogli sparsi sul tavolo.
Rubriche/di Luigi Mangia
Entrando nel Santuario di Santa Maria di Leuca, troviamo: il quadro della Santa con la lampada “lux pacis”.
Rubriche/di Paolo Battaglia La Terra Borgese
Non fu una scoperta fortuita, né repentina – spiega il critico d’arte Paolo Battaglia La Terra Borgese -. Già al tempo dei Greci i pittori si preoccupavano di trovare una sostanza capace di legare i colori, così che restassero inalterabili e appiccicati alla materia su cui li applicavano, e non perdessero la brillantezza.
Rubriche/di Piero D’Errico
Ho scoperto il mondo a partire dall’estate, a partire dal mare, da quel senso di libertà che solo l’estate riesce a darti, quell’aria aperta , quel cielo con tutte quelle stelle, quel mare calmo con le sue lune di turno che ci sprofondano dentro.
Rubriche/di Piero D’Errico
Oggi voglio parlarvi di me, voglio, come si dice, mettermi a nudo parlandovi dei miei amori e cominciando dalla fine, dall’amore presente.
Rubriche/di PieroD’Errico
Oggi voglio cimentarmi nel GOSSIP e non è detto che questa mia nuova tendenza, non sia la strada giusta, quella strada che ho sempre cercato e mai trovato.
Rubriche/di Piero D’Errico
Non ricordo più cosa diavolo stessi cercando da più di un’ora, ricordo bene però che, casualmente, trovai qualcosa molto più importante di ciò che stavo cercando.
Racconto di Sara Surico
“A che ora torna il nonno ?” chiese Giulia alla nonna.
“Spero per ora di cena”.
Il nonno di Giulia viaggiava spesso per lavoro. Spesso stava fuori per lunghi periodi: giorni, settimane ed era sempre una grande gioia quando tornava.
Rubriche/di Piero D’Errico
C’eravamo lasciati su quello scoglio liscio come il marmo dove il gommone, più che fermato, era andato a sbattere in quell’alba rosa che incrociava il celeste del mare all’orizzonte.
Rubriche/di Piero D’Errico
Era l’unica cosa che sapevo ed è rimasta l’unica cosa che ricordo.
“Facevamo compito in classe” e mi sentii all’improvviso importante, sentii intorno tutto il peso di sguardi disperati sopra me.
Rubriche/di Piero D’Errico
“Anche noi abbiamo sogni ed in quest’ ultimo miglio, ci sono sembrati sempre più vicini, sempre più vivi.
Rubriche/di Piero D’Errico
C’era un cielo che sembrava dipinto
ed una luna di un colore spento,
una nuvola gli si metteva davanti
spinta dall’aria e dal respiro dei venti.
Nella ricorrenza del ventesimo anniversario della morte di Fernando Panico (22.6.2003), allenatore galatinese antesignano di un volley innovativo, un flusso di ricordi sfocia nella mente di chi ha avuto la fortuna di conoscerlo: come uomo e come sportivo.
Rubriche/di Piero D’Errico
L’occasione mi fu data dal convegno organizzato dal mio sindacato.
Lo slogan era un invito ad affrontare un’ urgenza, una necessità: RIGENERIAMO L’AGRICOLTURA.
Rubriche/di LuigiMangia
Il 9 maggio del 1978 in una Renault 4 rossa venne trovato il corpo di Aldo Moro, Presidente del partito DC, ucciso dalle brigate rosse. Il 9 maggio è stato scelto per ricordare le vittime di terrorismo e per non perdere la memoria.
Rubriche/di Piero D’Errico
Il profumo di rami di pino appena tagliati, di muschio fresco, di miele e cannella.
E poi l’Oratorio, la Chiesa, quei presepi costruiti con pazienza, con cartone colorato raccolto per strada, quei pupazzi zoppicanti trovati quà e là e quella grotta che piegava tutta da un lato.
Rubriche/di Piero D’Errico
“Poi improvvisamente l’estate finiva, da ponente arrivavano grandi nuvole grigie cariche di pioggia e gli odori acri della pineta, si trasformavano in folate di vento freddo”.
Finiva così quell’estate, nel film di tanti anni fa che continuo a rivedere con gioia.
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