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Letture sotto l’Ombrellone: “L’estate di Peo”.

Rubriche/di Piero D’Errico

Ho iniziato questa rassegna estiva, raccontandovi di Peo così mi chiama quel piccolino di colore che abita vicino a casa mia, ed  ora che siamo quasi in conclusione, vi racconto un po’ anche della nostra estate, di quei pezzi d’estate che abbiamo trascorso insieme.

Letture Sotto l’Ombrellone: “Ci vediamo in giro”.

Rubriche/di Piero D’Errico

Quando finalmente trovai il coraggio di manifestare i miei sentimenti e avevo messo all’angolo la mia timidezza, non senza sofferenza, le chiesi con voce emozionata, ma sicura, un appuntamento nell’angolo della villa non lontano dall’angolo dove di solito si ritrovava tutta la classe, appena una         ventina di metri più avanti.

Letture Sotto l’Ombrellone: “Ci sarà sempre una penna…”

Rubriche/Piero D’Errico

Vorresti avere indietro il tempo perso, il tempo sbagliato.

Non si può. 

Letture Sotto l’Ombrellone: “Nel mezzo del cammin di nostra vita…”

Rubriche/di Piero D’Errico

Quanti ricordi in quel numero di telefono rimasto sempre là da una vita e tra altri mille e più lontani ricordi mai dimenticato.

Quel numero lo ricordi come fosse ieri anzi come fosse oggi.

Letture Sotto l’Ombrellone: “50 lire”.

Rubriche/di Piero D’Errico

Avrei fatto volentieri a meno ma non c’era niente da fare, vincevano sempre le continue insistenze di mia madre.

Letture sotto l’Ombrellone: “Quel treno su cui viaggiava la vita”

Rubriche/di Piero D’Errico

Per le combinazioni complicate della vita che prima o poi vi racconterò, mi sono trovato a dovermi spostare anche per brevi tragitti in treno.

Non lo facevo da tanto e neanche avevo più la pur minima idea di come sarebbe stato.

Letture Sotto L’Ombrellone: “Quel gran genio del mio amico”.

Rubriche/di Piero D’Errico

Gli piaceva raccontare a tutti di “quel gran genio del suo amico” compagno di scuola e di banco.

Quell’anno avevamo un po’ tutti preso in prestito, la canzone del più grande di sempre: Lucio Battisti.

Letture Sotto L’Ombrellone: “Il colore della luna”.

Rubriche/di Piero D’Errico

Stai tranquillo per i fatti tuoi quando ti arriva all’improvviso una musica, una canzone che ti sbatte contro un muro.

Letture Sotto L’Ombrellone: ” Vatti a fidare degli amici”.

Rubriche/di Piero D’Errico

Non mi interessano più gli amici e neanche i parenti, non mi va di uscire, di andare in giro, non ho fame e mi sento sempre stanco.
La notte poi non riesco a dormire, ed è come se tutti gli eventi negativi si fossero accaniti contro di me.

Letture Sotto l’Ombrellone: “La malinconia dell’autunno”.

Rubriche/di Piero D’Errico

C’è una stagione, un periodo dell’anno in cui la malinconia ti assale di più. E’ la malinconia dell’autunno.

Letture Sotto l’Ombrellone: “Ancora 5 minuti”.

Rubriche/di Piero D’Errico

Le strade sterrate costeggiavano ampi spazi non ancora ricoperti dal cemento e noi a correre per strada, a rotolarci sui prati, volare aquiloni che noi stessi costruivamo raccogliendo il necessario qua e  là.

Letture Sotto l’Ombrellone: “Le foglie secche”.

Rubriche

Quel pomeriggio andai a trovare mia nonna, non lo facevo da tempo. Era come tutti i pomeriggi, seduta dietro la porta, guardava fuori, guardava quel che succedeva in quella strada. 

Letture Sotto l’Ombrellone: “Una prossima vita”

Rubriche

Innamorato da sempre dei borghi di piccolissimi comuni, quei borghi con tanti fiori freschi e profumati ai balconi,  dove i vicoli si inseguono di quà e di là e l’ acqua del vicino ruscello non smette mai di correre.

Letture Sotto l’Ombrellone: “Sere d’Estate”.

Rubriche

Non me lo feci ripetere e non ci fu bisogno neanche di insistere. Una deviazione a 100 all’ora e due ore dopo ero là. Ma cominciamo dall’inizio.

Letture Sotto L’Ombrellone: “Vorrò andare al mare”.

Rubriche/di Piero D’Errico

Questa lettera è dedicata a voi, a voi  che avete ancora la grande bellezza, l’infinita ricchezza di avere ancora  i genitori in questo mondo.

Letture Sotto L’Ombrellone: “L’ultima volta che vidi mia madre”.

Rubriche

Se avessi saputo che quella era l’ultima mattina, sarei rimasto ancora, sarei rimasto per sempre, sì sarei rimasto vicino anche      a far niente, anche a guardarla andare via nel suo ultimo viaggio.

Letture Sotto l’Ombrellone: “Bassa marea”.

Rubriche/di Piero D’Errico

Arrivano convinti di trovare ricchezza e benessere, quando  vedono le prime luci di terra pensano già di avercela fatta e  che il resto verrà da solo.

Letture sotto l’Ombrellone: ” La mia Felicità”.

Rubriche/di Piero D’Errico

La mia felicità me la ricordo bene.

Era andare al mare, erano tutti i preparativi per andare la domenica al mare.

Letture Sotto l’Ombrellone: “Ci siamo scordati…”

Rubriche/di Piero D’Errico

Ci risiamo.

Sono sempre i bambini a insegnare qualcosa a noi adulti, sono sempre i bambini che non fanno caso al colore della pelle, che nelle differenze vedono solo amore, che giocano studiano e  spesso riflettono oltre la loro età.

Sono sempre i bambini che ci chiedono di fermarci un po’ con loro, ci chiedono di pensare un po’ a loro, giocare con loro.

Da loro, abbiamo tutto da imparare.

Bellissimo lo spot che vede un bambino chiedere soldi al padre, che ha sempre qualche scusa e qualche occasione per chiederne,   e quando il papà un po’ scocciato gli chiede: “Ma che devi fare con tutte queste monetine ?”

il bambino gli risponde: “Voglio comprare un’ora del tuo tempo  per stare un po’ con te. Dimmi quanto ti devo dare ?”. -.

Ed il papà scoppia in lacrime e si ripropone di recuperare tutto il tempo perso, vuole  giocare col figlio, si ripropone di trovare  tuttto il tempo che non aveva mai avuto.

Quegli stessi bambini riconoscono che abbiamo fatto tante cose buone, inventato cose nuove, sempre più veloci, sempre più perfette.

Ma poi quegli stessi bambini, ci dicono: “Avete pensato a tutto ma vi siete dimenticati di come si fa la   pace, come si costruisce la pace tra  popoli in guerra”.

E’ vero ci siamo dimenticati, la cosa più importante.

All’inseguimento di banalità e stupidità, abbiamo dimenticato come si costruisce un mondo migliore, un mondo senza guerre.

A Gaza c’ erano bimbi che distribuivano caramelle per festeggiare la fine della guerra, ma gli accordi preparati dagli adulti, non erano uguali per i due popoli in guerra, erano diversi, ognuno aveva un accordo di pace diverso da quello che aveva l’altro e la guerra continuava.

Riusciamo a spiegare in quanti secondi si può distruggere il mondo e non riusciamo a spiegare in quanto tempo due popoli in lotta si possono abbracciare.

Tra non molto, andremo a fare quattro passi sulla luna, ma una volta tornati a terra, troveremo davanti a noi un gruppo di bimbi ad aspettarci.

Ci aspettano per chiederci com’è andata, come si vede la terra da lassù, per chiederci della bellezza della luna, invece no, sono lì ad aspettare solo per dirci: “Vi siete dimenticati di come si fa la pace. Ci consegnate un mondo che è ancora in fiamme”.

Letture sotto l’ombrellone: “Due isolati dietro”.

Rubriche/di Piero D’Errico

Avevo finito la terza elementare in quella scuola non lontana da casa mia.

Mia madre mi accompagnava ogni mattina e lei stessa tornava a riprendermi.

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