“Ci hanno rubato la carta di identità e i documenti… Siamo ancora arrabbiati, vogliamo che la storia ci restituisca intatti i documenti rubati”. 

penna-e-calamaioLettere/ di Piero D’Errico

Galatina – Erano gli anni “90, nel PSI eravamo in piena bufera politica e giudiziaria. Pagavamo per le nostre colpe e per le colpe degli altri.

Politicamente giudicati e condannati da chi non aveva titoli morali per farlo.

Un lancio di monetine che invece d’essere indirizzato a tutti fu diretto solo a noi segnò l’inizio della nostra fine. Fu proprio quando quei pochi sopravvissuti dovevano stare insieme che cominciò un interessato fuggi, fuggi verso altri partiti.

Alcuni, mani e piedi legati, si arresero al nemico, altri si consegnarono per avere una sorta di “protezione”. Restammo in pochi e ancora oggi siamo in pochi. Ci siamo ritrovati per ricominciare, in tanti luoghi e tante volte, facendo tutte le volte nostro il grido: DOVE ERAVAMO RIMASTI. Non è bastato.

Ci è mancato un leader coraggioso e bravo o forse neanche bastava perché nel frattempo altri partiti che avevano contribuito a determinare la nostra fine, si trasformavano, occupavano il nostro spazio e a distanza di anni dicevano cose che noi dicevamo  da sempre.

Cominciavano timidamente e finalmente a pronunciare la parola “garantismo”. Noi eravamo e siamo “SOCIALISTI”, coltiviamo ancor il sogno di avere una rappresentanza adeguata alla bellezza delle nostre idee. Ci hanno rubato la carta di identità e i documenti e gli hanno sostituiti ai loro. Ci hanno rubato l’identità senza riconoscere che la loro era sbagliata.

Siamo ancora arrabbiati, vogliamo che la storia ci restituisca intatti i documenti rubati.

Io rivoglio indietro il mio “documento” e voglio che a nessun altro partito capiti quello che è successo a noi.

A NOI CHE AVVEVAMO RAGIONE

Ho scritto questa “lettera” pensando a tutti i compagni, e sono tanti, che sono andati via, pensando ai compagni che hanno fatto grandi altri partiti. A loro è andato il mio pensiero, li potrei nominare tutti a uno a uno, a loro il mio pensiero e il mio appello.

Torniamo ad essere uniti in questo particolare momento di vita politica della nostra città, torniamo a stare uniti. Abbiamo gli stessi ideali, siamo nati con le stesse idee, tanti momenti belli ed altrettanti brutti abbiamo condiviso. Torniamo a essere uniti da quel pensiero che di sicuro, ancora è vivo nella vostra mente: AVEVAMO RAGIONE NOI.