Dai 14,3 milioni del 2016 ai 10,8 del 2017. Ma nel 2010 i protesti erano 47 milioni.  Lecce, Nardò e Gallipoli capofila del protesto

cambialiCronaca/ di Redazione

Lecce – Secondo i dati ufficiali forniti dalla camera di Commercio di Lecce Il 2017 ha registrato un’ulteriore frenata per i protesti sul territorio salentino: 11.178 titoli di credito contro i 13.519 dello scorso anno (-17,3%) per un valore di 10,8 milioni di euro contro i 14,3 del 2016.  A partire dal 2010 i mancati pagamenti dei leccesi evidenziano un trend discendente, con un’unica eccezione del 2012,  passando dagli oltre 47 milioni di euro (2010)  agli attuali 10, riducendosi a poco più di un quinto.

Circa il 30% dei protesti della provincia  si concentra nel comune capoluogo che annovera 3.197 titoli non andati a buon fine per un valore complessivo di 2,9 milioni di euro. Ovviamente il numero più elevato di protesti si concentra nei comuni più grandi, sia per la presenza di un numero maggiore di imprese che di cittadini, per cui subito dopo Lecce troviamo Nardò e Gallipoli, rispettivamente, con 1.192 e 927 titoli protestati per un valore complessivo di 1,2  milioni e 944mila euro.

Caso “anomalo” il comune  di Poggiardo che, pur essendo un comune di piccole dimensioni,  concentra un numero elevato di protesti, pari a 984, per un valore di oltre un milione  di euro, ma ciò accade non perché gli abitanti di Poggiardo siano cattivi pagatori, bensì  perché sugli studi notarili del comune si riversano i protesti, sia dei comuni  limitrofi, che  una larga fetta di quelli di Maglie, come dimostrano i dati riferiti alla cittadina magliese.

Il comune di Vernole, invece, detiene, il record del valore medio più elevato pari a 3.307,95 seguito da Novoli (1.956,31 euro) che conta però solo 8 assegni protestati. Il valore medio più basso spetta a Veglie che ha un unico protesto di soli 50 euro. Considerando, invece, i comuni che annoverano il numero più elevato di protesti, si riscontra Lecce con un valore medio di 904 euro, Gallipoli 1018 e Nardò 1.080.