comiziRubriche/ Opinioni/ di Gino Veneziano

Galatina – E’ finita questa campagna elettorale 2018 con il previsto, ma non in questi termini, trionfo elettorale del Centrodestra e del Movimento 5 stelle e la debacle catastrofica del Pd crollato al 18% dal 24% che aveva nel 2013. Non è facile dimenticare le roboanti promesse nel 2014 del renzismo che voleva rifare la società italiana,rifare i termini del lavoro,della ricerca del sindacato,ecc. e su queste basi ottenne nel 2014 il 41% ed oggi 2018 crolla al 18%.

Contenti i suoi che scrivono di restare in attesa di attuare il sogno di rifare la DC appena il Berlusca andrà in pensione e tutta Forza Italia sarà assorbita dal Pd. Nel frattempo però quel magnifico partito architrave del mondo operaio crolla sotto le disfatte a ripetizione e la perdita di milioni di elettori in Puglia, si pensi che nel 2013 aveva 20 parlamentari tra Camera e Senato ed oggi solo SEI. Lasciando al loro infausto destino i vari Blasi, Bellanova, Antonica, ecc. sperando che questa ennesima lezione li faccia rinsavire e la finiscano con gli sbalzi di umore e non assistere un giorno proTap ed il giorno dopo contro, idem pro trivelle e poi contro, pro lavoratori e poi inneggiare al job acts,contro le Banche e poi approvare leggi per salvarle con spaventosi anticipi a carico della già povera Italia. Ma un’analisi và fatta su LeU. Una lode per il lavoro svolto va’ rivolto ai tanti giovani Colucci, Benincasa, Strazzeri, Piconese, Abaterusso,ecc. ed anche ai meno giovani Risi, Sindaco, D’alema, Muroni, Grasso che con la nascita di Art1 e poi di Liberi ed Uguali a Dicembre 2017, hanno contribuito a questa nuovissima formazione politica a conquistare il voto di 1.100.000 elettori.

E’ fuori di dubbio che se il PD avesse fatto una politica di sinistra LeU non sarebbe mai nata come pure i tanti Potere al Popolo con i suoi 350.000 voti Partito Comunista 105.000 Sinistra Rivoluzionaria 29.000 sarebbero tutti confluiti nel PD.

Non è stato così e con LeU si è cercato di coprire le spalle alla classe lavoratrice e non lasciarla allo sbando senza alcun referente. Da quando il PD, antico alleato dei lavoratori, ha girato le spalle preferendo la Confindustria, le Banche, i ricchi come Marchionne i lavoratori hanno indirizzato il voto parte verso destra e tantissimi verso il M5s. La ventata di novità del 4 marzo ha fatto il paio con il Giugno 1975 quando il PCI stava quasi per superare la DC spinto da una massa di nuove leve di giovani,di lavoratori ed anche dalla classe agiata.

Dopo la tendenza a destra del PD a sinistra è nata LeU ed il suo Presidente il sen. Grasso nei programmi puntualizza un ritorno all’art 18,lo spostamento del Tap, stop alle trivelle nei nostri mari, stop con gli aiuti alle banche che i loro utili li portano all’estero ed i debiti restano in carico allo Stato, rifare la legge sulla cattiva scuola, ecc. Sarà un cammino faticoso e stancoso perché LeU non ha soldi, non ha giornali, non ha radio né TV anzi vediamo un’ostracismo della carta stampata e delle radiotelevisioni pubbliche e private.

Il cammino continua perché è impensabile deludere i tanti che hanno votato LeU contando sul fatto che è l’unica formazione politica ad ergersi quale scudo a difendere il vero socialismo smarrito dopo il 2014 dal partito che era il suo referente e con la recente apertura di sezioni in tantissimi comuni ed il prossimo mutamento di LeU da Movimento a Partito del Lavoro ci sarà nuova linfa a rinvigorire lo sterile filone socialista.

Oggi a bocce ferme LeU non farà alcun accordo con Governo di Destra o di 5 stelle che nascerà e se il nuovo Governo continuerà’ sulla falsariga di quanto fatto dal PD a scapito di pensionati e forze del lavoro, questi ultimi troveranno, come auspicava Gramsci negli anni ’25, sempre una voce a loro difesa che nel 2018 sarà solo quella di LeU- Liberi ed Uguali- in Parlamento e nelle Piazze.