“Era un comizio…come quelli di una volta. Tanto entusiasmo e quel profumo si avvertiva sempre più”.

de pascalis4Lettere/ di Piero D’Errico

Galatina – “Ero nei pressi del Bar delle rose, intorno alle 21,30/22,00 di domenica sera, quando improvvisamente fui investito da un profumo, un buon profumo che non conoscevo, mai sentito prima, non era di dolci e neanche gelato o altro.

Un profumo che si diffondeva nell’aria fresca di quella indimenticabile sera. Stranamente a quell’ora la villa era strapiena di gente e in lontananza c’era qualcuno che parlava ad alta voce, ma non lo sentivo bene.

Non so chi fosse e cosa dicesse ma intorno sentivo un profumo che mi avvolgeva sempre più, che mi faceva star bene, che mi piaceva respirare. A quell’ora di solito ero già a casa ma quella sera proprio non ne avevo voglia, non se ne parlava, e in quel profumo c’era qualcosa che mi tratteneva.

Mi avvicinai con discrezione là dove sentivo quello che parlava e c’era tanta, tanta gente. Era un “comizio” ed era così partecipato che sembrava uno di quei “comizi di una volta”. Tanto entusiasmo intorno e quel profumo si avvertiva sempre più.

Ci misi poco a capire, “era profumo di vittoria” e fu così che, pur non interessandomi più di politica, mi fermai là davanti al palco, travolto dagli applausi scroscianti che raggiungevano in continuazione chi, dal palco, parlava.

Da giovanissimo ero stato “socialista” e lì m’ero fermato per sempre. ” Che stronzo”  pensavo ogni tanto. Tanti miei amici hanno arricchito la loro esperienza e anche qualcos’altro, girando un po’ di qua e un po’ di là. Ed io? PSI tutta la vita.

Respirai ancora un po’ quel “profumo di vittoria” poi di corsa a casa. Era tardi. E mentre mi facevo largo tra la gente, ascoltai involontariamente il discorso di due persone interessate. “E’ solo un assaggio, il profumo vero deve ancora arrivare” dice uno. E l’altro quasi contemporaneamente: “tra qualche giorno” rispose. Respirare quel profumo dava una gioia immensa ed io quel giorno, per nulla al mondo me lo sarei perso.