Rubriche/di Piero de lorentis

Nella ricorrenza del ventesimo anniversario della morte di Fernando Panico (22.6.2003), allenatore galatinese antesignano di un volley innovativo, un flusso di ricordi sfocia nella mente di chi ha avuto la fortuna di conoscerlo: come uomo e come sportivo.

Grande interprete di una pallavolo che è stata il fiore all’occhiello della nostra città per più di cinquant’anni, ha assommato caratteristiche e doti che ne hanno concretizzato l’alta valentia professionale, unitamente a capacità pedagogiche non comuni verso i giovani a cui ha sempre proposto gran parte delle sue dottrine.

All’apparenza burbero nel confronto dialettico con gli atleti, per i quali spendeva pubblicamente difese d’ufficio, ma anche salutari strigliate al chiuso della palestra, in realtà il suo spessore umano ha sempre camminato di pari passo con il suo talento di allenatore, senza mai far prevalere alcun autoritarismo.

Ha generato valori morali di sostanza, mai d’effetto, attraverso quella funzione di educatore-allenatore i cui princìpi erano il cardine del rapporto stretto con i suoi ragazzi e dai quali pretendeva uguali risposte.

Le tante attestazioni di stima che a tutt’oggi gli vengono rivolte per quel parallelismo metodologico ancora attuale nella formazione tecnica e gestionale di una squadra, rivelano la lungimiranza dei suoi insegnamenti.

Fernando ha sempre trovato le chiavi giuste per entrare nella complessa personalità dei giovani, valorizzando le capacità di tutti gli allievi e facendoli sentire, tutti, bravi e meno bravi, utili alla causa della squadra. Si è conquistato l’attenzione e il rispetto degli atleti grazie alla competenza tecnica, alla sensibilità nel capire e saper affrontare le situazioni, alla capacità di prendersi la responsabilità delle proprie decisioni e di saperle motivare.

Mai un “qui comando io” che giustificasse una scelta o rattoppasse un’incertezza.

Non elargiva, è vero, lodi a piene mani, ma quei sottili sorrisi di compiacimento che modificavano i tratti del suo viso erano il consenso a ciò che chiedeva, significando “…..ben fatto, così va bene..” e i suoi ragazzi lo percepivano con orgoglio  mettendolo in cassaforte.

Il cordone ombelicale che lo ha legato a Galatina, al movimento pallavolistico provinciale e regionale, ai tanti traguardi conquistati al pari di una forte notorietà conquistata dai suoi atleti cresciuti nel vivaio, ha rafforzato la nitidezza di un profilo mai offuscato dal tempo.

Fernando Panico nella sua carriera ha guidato società importanti come Pallavolo Galatina, Showy Boys Galatina, S.B.V. Pallavolo Galatina, Galatone, Gbv Lecce, Falchi Ugento, conquistando con quest’ultima la promozione in serie B1.

E’ passato poi ad allenare la squadra femminile della Sanbiagese Galatina, prima di ricoprire il ruolo di coordinatore del settore giovanile del Taviano il cui lavoro, apprezzato in ambito federale regionale, gli è valso una serie d’incarichi come selezionatore prima ed allenatore poi di varie rappresentative provinciali e regionali, con un importante contributo anche nel settore del beach della Fipav Puglia.

Questo anniversario scandito da vent’anni di assenza dagli affetti più cari, è un insieme di emozioni che scoppiano dentro, scaldando i cuori dei familiari e degli amici, riportando alla luce vicende ed esperienze sportive che “i suoi ragazzi”, quelli di allora, hanno tenuto lontano dalla contaminazione dell’oblio.

Anzi, continuando a riconoscerlo come guida, non solo nel percorso sportivo ma anche nella quotidianità, continuano a rendergli merito con ripetuti attestati di affetto.

E chissà quante altre soddisfazioni avrebbe regalato al volley pugliese se quel brutto male non l’avesse portato via. Di sicuro rimane una certezza: quell’enorme eredità, professionale ed umana che ha lasciato dietro di sé, sarà elemento di comparazione e di riferimento per quanti svolgeranno funzioni didattiche ed educative verso le nuove generazioni di atleti.

L’omaggio che l’Amministrazione Comunale di Galatina, presieduta dal Sindaco Giuseppe Garrisi, ha voluto rendere al suo concittadino intitolando a suo nome il Palazzetto dello Sport nel 2003, è sancita dalla collocazione di una lastra commemorativa in marmo all’interno della struttura.

L’epigrafe incisa è l’essenza di figura esemplare di uomo e sportivo che Fernando ha sempre incarnato (testualmente)….dedicando la sua vita allo sport e al sociale, e rimanendo un indimenticabile punto di riferimento per i giovani .

Il Trofeo a suo nome istituito dal Comitato Territoriale Fipav di Lecce ed assegnato annualmente al miglio tecnico salentino è un tangibile riconoscimento che con fierezza Corrado Panico, esterna conservandolo nella memoria dei ricordi di suo fratello.

<<Sono orgoglioso che la figura di Fernando continui ad essere accomunata ad un Trofeo così importante, come quello voluto dalla Federazione Territoriale di Pallavolo, volto ad esaltare capacità tecniche ed umane dell’allenatore più meritevole del momento. Gli attestati di stima che tanti suoi atleti di un tempo continuano a trasferirmi, per simbiosi sanguigna, sono un vanto per i meriti che Fernando ha saputo guadagnarsi in virtù delle proprie capacità >>.

E la sintesi calzante di questa dichiarazione è racchiusa in un aforisma di Borges che tutti noi, amici e familiari, condividiamo nel suo valore più intrinseco.

Ogni persona che passa nella nostra vita è unica. Sempre lascia un po’ di sé e si porta via un po’ di noi. Ci sarà chi si è portato via molto, ma non ci sarà mai chi non avrà lasciato nulla…..”.

Fernando ci ha lasciato qualcosa.