Cronaca/di p.z.

L’argomento indennità per i legittimi proprietari dei tristemente noti campi di spandimento è anch’esso oggetto di una interrogazione consiliare da parte del consigliere comunale Giampiero De Pascalis.

Numerosi sono gli interrogativi posti dal consigliere di minoranza per i quali chiede una risposta scritta al Sindaco, al Presidente del Consiglio ed al Segretario comunale.

Sarà bene fare una breve sintesi dei fatti pregressi affinché il lettore possa inquadrar meglio l’intera vicenda.

Gli ex campi di spandimento, ricoprono un’area di circa 69.000 mq facenti capo a diversi proprietari. Circa 56.000 sono di proprietà dell’Istituto Diocesano Sostentamento Clero, 5.000 di Dell’Anna Maria Vincenza e 12.800 di Dell’Anna M. Raffaella. Naturalmente oggi, per eredità o per vendita, i proprietari sono cambiati.

I campi sono stati utilizzati per lo sversamento dei liquami depurati, in modo assai approssimativo, dal depuratore sito nel quartiere S. Giovanni adiacente alla struttura fatiscente dell’ex Foro Boario.

Con il passaggio del servizio di depurazione all’EAAP l’Amministrazione Comunale ha assegnato anche l’utilizzo di detti campi. Allorquando furono completati i lavori del nuovo depuratore nel 1993 i campi di spandimento non furono dismessi e neanche furono restituiti ai legittimi proprietari, pertanto continuarono a produrre i costi.

Secondo il Dirigente Miglietta la motivazione sarebbe da rinvenire nel fatto che gli stessi avrebbero potuto essere utilizzati in caso di emergenza. Difficile capire se dice sul serio o scherza.

L’unico dato certo è che dal 1913 non sono stati più pagati gli indennizzi ai proprietari ed una parte di essi, quelli della quota minoritaria, hanno bussato a cassa e fatti i dovuti conticini sono risultati dal 2013 ad oggi creditori di euro 3.620,25.

Con la determina n. 412 del 15 giugno del 2020 è stata data disposizione di pagamento del dovuto. Quel che lascia perplessi è che detta somma è stata prelevata dal capitolo di bilancio “Indennità campi di spandimento” come se le somme, che avrebbero dovuto essere pagate dall’EAAP, fossero state accantonate in bilancio e non utilizzate anno dopo anno. Sarebbe stata una cosa senza senso, avere i soldi accantonati e non pagare per 7 anni.

Resta da capire se in quel capitolo di bilancio sono stati accantonati anche i soldi del proprietario della maggior parte di quei terreni: l’Istituto Diocesano Sostentamento Clero, o il suo nuovo proprietario in quanto risulta siano stati venduti. Tanti dubbi in merito.

Resta pure da capire se almeno per il 2020 i campi sono stati dismessi o se si debba continuare a pagare. In quel caso bisognerebbe individuare anche chi dovrà pagare.

Altre considerazioni emergono dall’interrogazione del consigliere De Pascalis il quale parte dalla considerazione che “lo spandimento di liquami su terreni è impedito per qualsiasi liquido inquinante nel rispetto della norma vigente, se non previo trattamento presso impianti autorizzati

Da questa considerazione scaturiscono innumerevoli domande da parte del consigliere per essere messo a conoscenza di:

  • come mai è ancora prevista l’occupazione di campi per lo spandimento di liquami se nella stessa determinazione si dà atto del fatto che i lavori di completamento dell’impianto di depurazione sono stati completati nel 1993 e, come a tutti noto, l’impianto – in gestione di AQP – è regolarmente funzionante;
  • se l’A.C. è a conoscenza dell’esistenza di un collegamento mediante condotta tra la stazione fognante di produzione e corpo ricettore “campi spandimento” e che avvenga senza interruzioni.
  • quale sia l’emergenza che può richiedere il ricorso allo spandimento di liquami in detti campi, ed a voler informare a mezzo quale autorizzazione ambientale;
  • se l’A.C., determinando l’indennità di occupazione suoli per spandimento liquami ha provveduto a richiedere il rimborso delle somme all’AQP.
  • Se l’A.C., con le somme determinate, e con il pagamento delle stesse, abbia interamente soddisfatto i proprietari e se intende rimborsare eventuali somme a favore dell’Istituto Diocesano Sostentamento Clero;
  • Se l’A.C., sia a conoscenza se vi siano stati effettuati o dovranno essere effettuati eventuali lavori di risanamento e bonifica;
  • Se l’A.C.ritenga di denunciare/comunicare agli enti sanitari competenti (ARPA/ASL) detti siti quali ex campi di espandimento, al sol fine di verificare eventuali inquinamenti presenti sui terreni e sulla falda, onde scongiurare ogni tipo di rischi e pericoli per la salute pubblica, e l’eventuale interdizione a qualsiasi forma di coltivazione sui terreni medesimi.
  • Se l’A.C., non ritenga attivare ogni procedura per la dismissione ad ogni futuro utilizzo dei relativi terreni;
  • Se l’A.C. aveva provveduto ad accantonare tali somme nel Bilancio Comunale al Capitolo 9051019 “indennità campi si espandimento liquami”, con l’esplicitazione delle somme per ogni anno a partire dal bilancio 2013 – 2014 -2015 – 2016 -2017 -2018 – 2019 e previsione 2020;
  • Come l’A.C. possa ancora anche solo immaginare lo spandimento di liquami su terreni senza incorrere in violazioni di leggi e regolamenti che – come noto – impediscono lo spandimento di qualsiasi liquido inquinante se non previo trattamento presso impianti autorizzati;